mercoledì 30 maggio 2018






Da quasi novanta giorni ci scassano le palle  .


Da quasi novanta giorni una fetta consistente  di popolazione Italiana assiste sgomenta e smarrita al pessimo spettacolo offerto dagli attori ( guitti ?) di questo ennesimo teatrino della  crisi politica all'italiana.


Sono le persone comuni, milioni di persone, che in ogni tempo restano al loro posto.

Ci restano malgrado gli scossoni irrazionali e irresponsabili di chi dice di parlare anche a nome loro.

Con educazione e rispetto questi italiani “comuni” osservano e vanno avanti.

Devono occuparsi della vita, la loro, ma anche di quella degli altri e certo non si sentono rappresentati da nessuno, anche se, lo vorrebbero con tutte le loro forze .

E grazie a loro, in questi mesi con un governo in uscita e nessuno in entrata,  il Paese è andato avanti lo stesso . 

Perché chi ha cura e si prende cura del suo Paese non può permettersi di incrociare le braccia e mettersi a guardare lo spettacolo.
Gente comune e silenziosa a cui nessuno risponde, che nessuno rappresenta, ma che fa stare in piedi lo Stato.

Gente  che ogni mattina fa il suo dovere : nei ministeri, negli ospedali, nelle scuole, nelle case di chi ha bisogno di assistenza, nei centri di accoglienza in cui serve umanità a prescindere, in una volante della polizia, in fila alla Posta a pagare le bollette.

Starci, sempre e comunque, anche nelle condizioni di difficoltà, magari incazzarsi con questo  Stato ma non voltandosi mai dall'altra parte.

Persone comuni , che non possono permettersi i ghirigori cerebrali  degli intellettuali.

Facce anonime che pagano le tasse con ordine quando devono e non pensano che milioni altri non lo fanno, ogni anno da anni, e che forse un giorno sarebbe il caso di seguire quell'esempio: famiglie, imprese, partite IVA, liberi professionisti.

Persone che si applicano, studiano, giovani che seguono un loro cammino e coltivano un sogno, si danno un obiettivo nonostante il deserto intorno.

Risorse umane, capitale umano, deontologia, etica, rispetto, educazione, formazione, senso dello Stato. 

E' l'Italia che tutti i politici evocano in esercizi di retorica ormai diventati stucchevoli e maleodoranti, sia da posizione di governo sia dall'opposizione.

Parlarne senza conoscerle, senza essersi mai sporcati le mani dando una mano a loro .

Questa è l'Italia che c'è e che ci sarà malgrado tutto, nonostante tutto, a cui nessuno dice mai grazie. 

Che invoca da troppo tempo un paese normale, rettitudine, interesse vero per le cose di cui si parla, competenza della politica, che cerca una guida senza abbandonare il proprio senso di responsabilità. 

E' l'Italia che il populismo di Di Maio e Salvini offende ma che di offese, anche ai tempi del governo Renzi, ne ha subite davvero troppe.

Gente che resiste, nonostante tutto, e che dopo le macerie di questi mesi sarà l'unico ancoraggio stabile, vero, autentico da cui qualsiasi logica politica  

                                  potrà e dovrà ripartire.







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