mercoledì 31 agosto 2016






Non provo alcun interesse, né tanto meno mi appassiono alle polemiche innescate dalle ultime dichiarazioni di Massimo D’Alema, secondo le quali il leader pidiessino sarebbe pronto ad appoggiare il NO referendario al fine di mettere in definitiva difficoltà l’odiato presidente del Consiglio che, per inciso, è anche il segretario del suo partito. 

Non mi appassiono neppure alle diverse e svariate smentite e neppure a riparatrici dichiarazioni del leader “che fu”  a favore delle sue scelte di parte; quel che succede è solo un sintomo, uno dei tanti,  della condotta non solo di D’Alema, ma di parecchi dirigenti nazionali e locali del PD.

Il buon D’Alema si lamenta di essere stato rottamato da Renzi ??

Può essere , tuttavia il vecchio ed egocentrico(ex) protagonista ha sempre interpretato lui il ruolo di rottamatore di tutto ciò che non risultava a suo diretto ed esclusivo vantaggio con responsabilità politiche da condividere  con  parecchi altri leader della sinistra . 

D’Alema è, per intanto e per quanto la penso personalmente, soprattutto un coprotagonista del fallimento dell’Ulivo, nell’occasione in cui, impallinato Prodi, con l’appoggio di Bertinotti è diventato nel 1998, presidente del Consiglio dei ministri; in altre parole è corresponsabile della sconfitta storica di un tentativo straordinario: mettere assieme le rappresentanze politiche delle forze popolari per un progetto riformista. 

Di conseguenza, venuta meno la rappresentanza popolare, i partiti politici,  già in gravissima difficoltà per diversi motivi, non ultimo la questione morale, si sono liquefatti.

Non insisto, ma dovrei, su questo versante; si trattava di ricostruire, se non l’unità, la convergenza parlamentare e politica delle rappresentanze che avevano dato vita alla Repubblica, unità che, per ragioni storico/politiche ben note, De Gasperi aveva dovuto sospendere nel maggio del 1947. 

Ora, se ben valutate, il dinamico personaggio ha puntualmente confermato il suo atteggiamento, mettendo in crisi le maggioranze della sua parte politica in ogni occasione e impallinato segretari del suo partito nonché responsabili dell’esecutivo da lui formalmente sostenuti, fino alla caduta fragorosa, propria dello stile della sinistra, del caso Prodi candidato alla presidenza della Repubblica. Non per nulla provo stupore di fronte al disimpegno (apparente) di Bersani, in presenza del percorso dalemiano, dal momento che nel caso della cosiddetta carica dei centouno fu proprio il segretario politico pro/tempore a rimetterci faccia e leadership. C’è niente da fare, la vocazione al suicidio politico è tanto appassionante quanto propria  della sinistra italiana contemporanea.
Qualcuno mi obietta che la strada della divisione non è da oggi nella sinistra: è vero, ma spero che nessuno voglia assimilare i percorsi di divisione e le fratture, sia pure discutibili, provocate da scontri ideali ed ideologici (c’è che mi ha ricordato il Congresso di Livorno del 1921) con le beghe vergognose dei suicidi di oggi.
C’è anche chi mi oppone che chi ha introdotto nel PDS/DS prima e nel PD dopo, il metodo del “tiro al piccione” sono gli eredi della Democrazia Cristiana (D.C.). Sarebbe facile contrapporre che D’Alema non era certo un democristiano, ma il vero nodo sul punto è un altro. Intanto in un primo momento e almeno fino agli anni settanta la D.C. da una parte ed il P.C.I. dall’altra assicurarono ed in modo fisiologico, un tessuto democratico, forse difettoso, ma indiscutibile: la D.C. non permettendo una deriva autoritaria di destra, sempre sognata dalle forze conservatrici ed anche da alcune componenti ecclesiastico/clericali ed il P.C.I. moderando ed indirizzando su soluzioni dialettiche le spinte centrifughe e faziose della sua base elettorale, basti ricordare l’atteggiamento di Togliatti dopo l’attentato subito nel luglio del 1948. E tutto questo, non c’è dubbio, fu possibile per una politica se non priva di trabocchetti, tuttavia compatibile con la fisiologia di un sistema democratico. Certamente non suicida.
Non c’è dubbio che, in seguito, non mancarono le faide interne ai partiti, ma appunto furono faide interne: così nella DC, se Andreotti faceva le scarpe a Moro lo faceva solo per favorire qualcuno all’interno del suo partito: certo che si trattava spesso di comportamento censurabile, ma non suicida, tanto che la D.C. governò il Paese per cinquant’anni senza grosse o decisive cadute elettorali e sempre con significative maggioranze. Ora le faide si servono di forze politiche dichiarate avversarie; ci si serve di avversari politici o dichiarati tali per colpire il nemico più caro all’interno della propria compagine politica. Al netto delle diversità ideali, ci si comporta come Sansone che si uccise per uccidere e sconfiggere i Filistei. E lo si fa, sia per pochezza personale, sia per l’assenza di veri e propri partiti capaci di filtrare le divergenze e comporle. Non confondiamo queste miserie col comportamento dei partiti della prima Repubblica, ed in particolare la D.C. di cui peraltro , e per dichiarazione di lealtà e sincerità, sono sempre stato non pentito elettore, sia pure sempre relegato in minoranza.

E così ci troviamo ad affrontare, con questa miseria di uomini sedicenti leader, uno dei passaggi epocali più drammatici legati alla inevitabile globalizzazione ed ai relativi processi che rischiano di trasformarsi in uno scontro di popolazioni diverse. E rischiamo, non in un lontano futuro, ma in corso d’anno di vedere ai vertici degli Stati che hanno creato i tessuti e le norme della democrazia i nemici dichiarati dell’unità europea, i rottamatori degli ideali di solidarietà, gli interpreti più pericolosi della xenofobia populistica. Con quali conseguenze? difficile prevedere l’entità del disastro, ma sarà sulla pelle di tutti.


Amen !!!


Cesare

domenica 28 agosto 2016

E poi c’è
                Giancarlo
                                (Giagni,  dice lui …)


                                 


Lo conosco da sempre e da sempre mi dice che è vecchio .

E' da quando lo conosco che ha cominciato il conto alla rovescia verso i Peccati di “Pura Gioventù” .
Se li permette tutti i peccati di gioventù perché ( dice sempre lui…) :

“Ormai sono al tramonto …e se non lo faccio o dico adesso, quando lo faccio o dico ???”.


E' un Rivoluzionario, al tramonto ma sempre pronto a scendere in piazza a "Menar le Mani", ad alzare cartelli e andare in corteo .

Ricordate i Tramonti rosso fuoco ?? ... Ecco, appunto ...


Sarà, ma in fondo ci sono tramonti meravigliosi che tutti si fermano ad ammirare e ricorderanno per sempre ed Albe che , invece, non se le fila nessuno !!!! 

Cesare








                                 





E POI C'È(RA)

                      GIORGIO 
   


A Casa di Giorgio e il polpo appeso

Le immagini che sovente vediamo di molte isole greche ci riportano
 sempre  polpi appesi come panni ad asciugare.
Il polpo appeso, mi spiegava il vecchio amico Giorgio Ziragachi, 
è una clessidra naturale.
Lui , seduto con il suo mare davanti, mi diceva che il 
tempo giusto per rendere commestibile il polpo lo stabilivano 
solo

il sole,

l’aria

il mare.

Così funziona.

Quando è pronto, col coltello gli taglia un tentacolo e lo serve in 
un piattino  come aperitivo con una fresca bevanda  . Quando 
anche l’ultimo tentacolo è finito nel piatto sui tavolini della 
sua casa sul mare , ma solo allora, va a pescarne un altro.

Poi torna, appende il polpo e aspetta......

Quando incontra un amico ed il polpo non è pronto , gli dice se
 vuole tornare più tardi oppure  , in alternativa, di passare
 il tempo assieme a lui a mangiare olive, formaggio e raccontarsi
 a vicenda le scelte della vita .

E mentre parlano Il polpo intanto asciuga facendosi desiderare.

Mi ha spiegato di aver così accumulato il racconto di migliaia
 di vite e che si sente ricchissimo perché possiede la memoria 
delle vite dei suoi amici  .


“Vedi, quando vado in mare potrei pescarne due o cento di 
polpi tutti insieme, ma poi dovrei metterli in frigo, 
attaccarlo alla corrente, ingrasserei perché non andrei 
in mare tutti  i santi giorni e non avrei più il tempo di stare 
ad ascoltare le tante storie della vita . Invece così tutto
 funziona,  e tanti amici vengono ogni giorno a gustare 
il polpo appeso. Pescando di più , nella mia testa 
non avrei più l’intera storia dell’umanità che è passata
 nella mia casa in Grecia , ma solo i soliti pensieri stressanti
 che tutti mi raccontano delle loro vite, non più come 
sapienza e depositi condivisi nella memoria ma come
 i soliti demoni che ormai dominano il nostro tempo, 
rubandocelo”.


Tutto è più chiaro : La saggezza sta nel lasciare il "dominio del tempo"
  al polpo appeso. 

Riposa in pace Giorgio, ora che sei la , insieme a  tanti fraterni amici,
 ove non servono polpi appesi, perché avete tutto il tempo che volete ...

Mi hai spiegato il senso della vera ricchezza, un monito, uno
 sguardo teso all'eterno e
                                          
                                                Non all'oggi.


R.I.P.

Cesare


lunedì 22 agosto 2016

E POI C'È

                          PREZZEMOLINO - LUCY


Che sta ovunque , in cielo, in terra ed in ogni luogo ... ti manda una
sua foto da una spiaggia del Sud Italia ed il giorno dopo ti saluta
dalla Riviera Ligure mentre sta preparando le valigie perchè domani è 
a Londra 
per un convegno ma ci sentiamo sicuramente 
appena rientra da    

Berlino .... 
Passando per Madrid !

Ma poi , quando la pensi dove "Osano solo le Aquile" ti
augura la buonanotte mandandoti un selfie dal suo divano di casa a
Roma, con il suo cagnolone vicino, la TV e, in primo piano, due
calzettoni spessi di lana verde bottiglia che ti parlano e ti dicono ...

"Sono a casa mia..!!!"

".... E dove stai bene con te stessa la è il Mondo, il tuo Mondo ,
la tua casa, il tuo divano, il tuo cane, il tuo cuore ".




Cesare




domenica 14 agosto 2016

E POI C'È 


                                   

                ANGELA

Che conosce tante, tantissime persone , tutte persone che sono così , non sono ne belle ne brutte, ma poi , quando le conosce lei, chissà perché, diventano tutte più belle che brutte, sempre.

Forse ad opera di un Angela ??

Cesare
E POI C'È




              ANTONELLA            e                       PAOLO

Non partono mai d'estate , ma è il periodo dell'anno che loro piace di più . 
Agosto .
Se poi è ferragosto è pure meglio ; quei dieci giorni a Roma è il loro periodo perfetto . Tutti vanno via e loro rimangono .
È la loro vacanza senza vacanza ,  è come se avessero un balcone nella mente che si affaccia su tutta Roma .
È un balcone sempre in fiore perché loro due hanno l'anima fiorita .
Malgrado gli inverni della vita.


Cesare
E POI C'È 
                       MIMMO

Che prende sicuro la sua cassetta dei ferri  e sta lì in silenzio a valutare se usare il frullino o il trapano, la pinza o la tenaglia o la brucola del 16" .
C'è lui che si mette un chiodo in bocca e riesce pure a canticchiare , mentre lavora, senza ingoiarlo.

Non si ferma mai sino a quando il lavoro non è finito; sono 40 anni che lo conosco ed è sempre stato così, marchigiano tosto !!
Non ha mai amato lasciare le cose a metà , tutto l'opposto di me che, per abitudine, comincio tutto a metá o a metà abbandono .
Gli manca un ferro, un chiodo o un certo tipo di giunto ?? Lui sa andare immediatamente dal ferramenta e farsi capire su cosa gli occorre mentre io manco trovo il ferramenta giusto e, se lo trovo, manco mi ascolta .
Ma Mimmo è Mimmo !!


Ho sempre pensato che nella sua magica cassetta dei ferri c'è il segreto per vivere una vita felice .

                             



Se poco poco si distrae gli rubo la cassetta , anche se io non sarò mai Mimmo 😜😜

Cesare

giovedì 11 agosto 2016

MA COME FUNZIONANO LE COSE ???

Per entrare allo Stadio Olimpico i tifosi delle squadre romane  saranno soggetti al controllo dei documenti, alla verifica dei dati biometrici e  al  confronto delle impronte digitali ....
Mentre per entrare in Italia continuerà ad essere sufficiente UN GOMMONE !!!
😂😂😂😂
RICORDI & RIMPIANTI


Nelle stanze della mia anima, ho due cassetti segreti : il cassetto dei sogni e quello dei rimpianti.
Nella mia giovinezza aprivo  spesso , con quella che poi sarebbe diventata mia moglie, il cassetto dei sogni: ci piaceva sfogliarli, assaporarli, proiettarli mille volte nella nostra mente .
Poi, con il passare degli anni, il gesto di aprire quel cassetto ci è diventato sempre  meno familiare, come se una ruggine sottile bloccasse i nostri gesti.
Forse perché i sogni realizzati li abbiamo tolti dal cassetto mentre I sogni irrealizzati , con il tempo sono diventati  trasparenti fino a essere invisibili.
 E così, pian piano, spesso senza che noi ce ne rendessimo conto, si è riempito  il cassetto dei rimpianti.
So ciò che state pensando :
"È la vita!!"
Esatto ed è la vita a sorprenderci quando ....
un giorno, per un colpo di vento, un incontro, un sorriso, il cassetto dei sogni si riapre d’improvviso, riportandoci con una violenza dolorosa e dolce l’eco dei sogni non vissuti, delle carezze non date, delle parole non dette e perdute.
Ed In questi momenti di verità ci fermiamo vicini a guardare quei cassetti dei sogni e dei rimpianti cercando di mettere ordine .
Abbiamo ancora fame di emozioni, voglia di tornare a sognare un po’, di riaprire quei margini di sorpresa che forse erano scomparsi dalla nostra vita .
Passerà?
Tutto passa.
Speriamo tardi .....
Intanto ... Stasera richiudo i miei cassetti segreti .

mercoledì 3 agosto 2016





La Grande Illusione




E’ inutile negarlo .

Molti di noi pensavano che la globalizzazione fosse un processo che ci avrebbe  regalato un mondo più aperto al dialogo , più comprensivo delle ragioni del prossimo e che,  pur tra mille storture, fosse l’inizio di una nuova era di comprensione  e tolleranza .

Ma venne l’anno 2001 e la realtà ci venne sbattuta in faccia .
Il crollo delle Torri gemelle ha fatto crollare le nostre illusioni .

E da quell'evento  ci raccontiamo una storia diversa, sulla globalizzazione: che pur avendo prodotto alcuni  effetti positivi, ci ha lasciato in dote anche una grande crescita della rabbia, della paura, del sospetto.

C’è chi la chiama “Guerra al Terrore”, ma à una definizione assurda perché il Terrore è uno strumento di Guerra e non il  nemico da combattere .
Il nocciolo è che ci è cambiato il quadro complessivo dello scenario mondiale .
Il Terrore è diventato lo strumento di una guerra che ci ha trovato impreparati perché guerra “non convenzionale”, perché “guerra ideologica” .

Ed una guerra ideologica ci ha posto difronte nemici ideologici e , a nostra volta, noi occidentali siamo diventati bersagli ideologici, ma tutto questo ha avuto origine , e non possiamo negarne l’evidenza, dalla politica  di sfruttamento, deprivazione, prevaricazione dell’Occidente sul resto del mondo.

Certamente, possiamo dire che ciò riguardi più il passato che il presente, ma questo è , e questo resta .

Ed in questo contesto assistiamo alla crescita delle disuguaglianze: in India il problema non è lo Stato Islamico, ma la ribellione della casta degli intoccabili.
Quasi ogni giorno si legge sui giornali di domestici che uccidono i loro padroni.
Per chi vive nella miseria servendo ed agognando una ricchezza vicinissima, ma che non riuscirà mai ad avere, la frustrazione è enorme, così come il senso di smarrimento e la perdita di senso della propria esistenza.

 La religione offre una risposta, una speranza,  una alternativa .

Nel caso dello Stato Islamico, una risposta rabbiosa e prevaricante , ma sbagliamo a considerarlo una specie di ritorno al medioevo che fa presa sugli emarginati dal capitalismo .
Una lettura diacronica della realtà attuale - civilizzazione contro medioevo - sarebbe sbagliata.

Lo Stato Islamico ha numerosi elementi di ipermodernità: a loro modo, la Ummah e il Califfato sono una sorta di via islamica alla globalizzazione, o un’alternativa all’impero americano. Al pari di Al Qaeda e dei telebani non sono premoderni, sono moderni quanto noi, ma posti su un altro binario del pensiero umano.

E’ un binario morto ..?? 
Sarà solo il tempo a potercelo dire .


È un binario, però, che attrae a se personalità complesse e le più disparate tra loro : qualcuno, guardando i profili dei recenti attentatori europei, ha detto che più che un problema di ideologia, è un problema di psicopatologia .

Gli attentatori di questi ultimi giorni sono sicuramente soggetti con qualche tipo di patologia, persi, soli. Ma sono anche soggetti che, a causa delle loro situazione patologica, sono entrati in connessione con messaggi e ideologie che, almeno apparentemente, hanno saputo offrire  loro una risposta alternativa al disagio interiore .

l’islamismo è, forse,  semplicemente diventato l’alternativa più affascinante ed agevole   per chi si sente alla deriva e ha bisogno di radicalizzarsi per trovare il proprio posto fuori dall'emarginazione .
La crisi dei Migranti, la crisi dell’Euro, La Brexit, la crisi dei  valori fondanti degli Stati Uniti che ha portato Trump ad un passo dalla Casa Bianca  (per ora …) , tutto questo ci dice che le crisi sono connesse ed   hanno una cornice comune:

  • la finanza,
  • la polarizzazione della ricchezza,
  • le migrazioni,
  • il ruolo dell’Europa,
  • gli attentati dello Stato Islamico.


 Se si vuole capire la globalizzazione, bisogna provare a leggerla tutta assieme e non, come fanno  alcuni politici di casa nostra, spaccando e lacerando il tessuto dei nostri principi democratici .



Cesare

martedì 2 agosto 2016





                           












                             



Quando si tratta di scegliere il Sapone della Doccia, solitamente si scorre il banco di esposizione vagliando con attenzione, non solo la marca ma , direi principalmente , gli aromi alla base del prodotto ; ce ne sono di tutti i tipi, dai classici ai più improbabili .....

Stamane mi sono fatto la doccia con un "Doccia Schiuma" a base di

Cannella
Vaniglia
Scorzette di Arancio
e
Zenzero !!!!

Meraviglioso .....

Ed adesso giro per Casa profumato come un CANNOLO SICILIANO GIGANTE !!!!!


                      

Ogni giorno  la Chiesa celebra la S. Eucaristia ; La  offre a  Dio  in sacrificio di lode, la dona in cibo ai  fedeli, la  conser...