mercoledì 29 aprile 2015

Shukriyaa!

Nel  palazzo dove abito, da qualche settimana, è arrivata una famiglia di indiani.
Una mamma, un papà, una ragazza di circa sedici anni e una ragazzina, che ne avrà undici o forse dodici.

Credo che sia stato un colpo per i super professionisti, le famiglie benestanti e i professoroni che  abitano da generazioni in questi appartamenti. Infatti quasi non si sente parlare d’altro e le lamentele sono all’ordine del giorno. Nel poco tempo libero che ho a disposizione per “vivere” il condominio, ascolto di sfuggita in qua e in là qualche commento; ora in ascensore, ora nell’atrio o fuori dal portone. Si va dal generale “questo palazzo non è più quello di una volta”, al pragmatico “non si possono più aprire le finestre perché c’è odore di cipolla tutto il giorno”passando per il fashion “certo che quelle due povere creature, con quei vestiti…

Penso  con rammarico  che io neppure me ne ero accorta, di questo nuovo arrivo. La gente va e viene dal mio palazzo e a quanto pare io sono troppo presa a fare tutto l’”altro” che devo fare, per accorgermene.

Ieri sera finalmente incontro casualmente la famiglia indiana che evidentemente rientra, come me, dalla spesa. Sono tutti e quattro insieme e ognuno porta qualche busta. Parlano tra loro in una lingua sconosciuta, i loro occhi sono ridenti. Mi assale, osservandoli,  un senso di armonia e di gradevolezza che non provavo da molto tempo; quasi quasi resto  qui, in strada, per poter continuare a riposare il mio  sguardo su di loro. Ma mi stanno aspettando, tenendo aperto il portone e quando entro il papà e le ragazze mi salutano con un “buonasera”, la mamma con un bel sorriso e un cenno della testa. Sono tutti molto belli, in particolare le ragazze con la loro pelle dorata, gli occhi color nocciola dolci dolci e loro i sari colorati.



Rientro in casa e prima di cena  sistemo sul davanzale, nel mio bel cesto bianco, le mele e le arance che ho comprato al supermercato. Apro quindi la finestra di cucina, quella che affaccia sul cavedio ed ecco salire prepotente un profumo nuovo per queste parti, un profumo speziatissimo  che sa di cumino, di curry e che si, è vero, sa anche di cipolla. Anzi, la cipolla la sento pure sfrigolare in padella, allegramente; sento rumore di piatti e il suono di voci che hanno una nota dolcemente scanzonata, serena,  un parlare interrotto a tratti solo dallo scoppio di qualche risata.  Mi sembra di vederle, le due ragazzine indiane che apparecchiano la tavola, quasi fosse un gioco,  mentre la mamma cucina  e il papà fa chissà quale lavoretto in casa. Penso che sono anni che non mi capita di spiare, mio malgrado, una scena familiare cosi fresca e dolce, così appunto... “familiare”. In verità non ho memoria di averne spiate, in questo palazzo. Non ricordo nulla del genere, proveniente dal cavedio.

Improvviso, spinto dai  profumi,  dai suoni e da quella magia, si apre un cassettino della mia memoria. Rivedo me e le mie sorelle, che oggi mi sono lontane, nella cucina della nostra casa romana. La tavola è perfettamente apparecchiata, i grandi parlano fra loro. C’è una luce bellissima e chiarissima.  Non importa se allora il profumo era quello della cucina di mamma, o del sugo con i funghi di  nonna, invece di quello un po’ pungente del curry che mi riempie le narici ora… l’atmosfera è proprio la stessa. Mi abbandono al mio piccolo déjà vu e ai ricordi, lasciando che facciano il loro corso. Improvvisamente, dal mondo indiano, un momento di totale silenzio e i profumi, i suoni, così come i miei ricordi rimangono sospesi, nel cavedio, tra il secondo e il quarto piano. Ma è un silenzio che  dura solo qualche secondo, perché si trasforma in  un canto dolcissimo, una litania lenta e morbida che sa di  ninna nanna, di consolazione, di gratitudine e che è cantata a quattro voci perfettamente sincroniche.

E’ bellissima.

Appena termina, con rispetto, chiudo la finestra, lasciando la famiglia alla cena. 
Shukriyaa a chi ha fatto sì che il profumo del curry e che il suono quel canto indiano si fermassero proprio qui, accanto a me. Perché pur venendo da molto lontano... mi hanno fatto tornare a casa.

Valentina 









Ho impiegato 65 anni della mia vita ma alla fine l’ho scoperta ….
Ho scoperto la parola magica colpevole delle mille infelicità del Popolo Italiano ;
Ho scoperto il Virus Maligno che colpisce all’improvviso le Leggi più oneste e virtuose .

La “DEROGA”


Fai economie di bilancio per diminuire il Debito Pubblico ??
Ed ecco una bella “DEROGA” di bilancio e ti ritrovi con il Debito Pubblico aumentato !!

Fai un quadro normativo per mettere ordine in un qualunque settore della Societa??
Ed ecco una bella “LEGGE IN DEROGA” e  tutto ritorna incasinato come prima !!

C’è un Vincolo Paesaggistico di tutela ambientalo e culturale ??
Una “DEROGA REGIONALE” e tutto si risolve, inquina e deturpa, tutto in “DEROGA” !!

Attenzione, non si abroga, non si dispensa, semplicemente si “DEROGA” .

Si “DEROGA” su tutto, pure sui Maialini Arrosto .

In che senso ??

Nel senso che , ormai da 10 anni esiste un serio vincolo di esportare carni suine “non trattate”  dalla Sardegna per via di una epidemia di Peste Suina (endemica dell’isola) che potrebbe contaminare l’intera produzione dei Suini in Italia e propagarsi in tutta Europa .
Confesso che non sono in grado di esprimermi sulla (forse ?) eccessiva cautela della norma , non ne ho la competenza necessaria , ma la norma esiste ed è in vigore .

Ma ecco la magica “DEROGA” e, in occasione di EXPO 2015 , è stata concessa l’autorizzazione ad esportare i Maialini da fare arrosto nel padiglione pertinente .

“DEROGA” miracolosa !!

Poi cosa succederà', ammesso e sperando che questa deroga non rechi i danni che da decenni si paventano impedendo l'esportazione dall'isola verso il continente ?

Sono troppo vecchio e disincantato per non pensare che tutto tornerà' come prima, e alcuni autorevoli sponsor della deroga continueranno a fregarsene.

Mi rimane nel cuore l'amaro e la tristezza per la politica delle deroghe, in cui c'e' tutto il nostro Stivale,  isole comprese, la sua cultura, la sua politica, la sua economia, la sua tradizione… e , purtroppo , il suo futuro in “DEROGA” ...





martedì 28 aprile 2015






"Ora, tu resti qui fino al mio ritorno"
ha detto la bambina alla sua ombra sul muro, con quella fermezza e convinzione che i bambini riservano sempre agli amici immaginari.
Mentre si muoveva nella sua stanza , la piccola cominciò a frugare rumorosamente attraverso il suo cesto dei giocattoli .

Suo padre, che era stato in silenzio a guardare dal salotto ,  rimase immobile, guardando con incredulità la forma grigia , ancora appiattita  contro la parete in penombra, che stava aspettando pazientemente il ritorno di sua figlia.








Odio quando mio fratello deve andare via.


I miei genitori costantemente cercano di spiegarmi che lui è malato, molto malato .
Loro mi dicono sempre che io sono fortunato ad avere un cervello in cui tutte le sostanze chimiche scorrono correttamente formando pensieri positivi .
Quando mi lamento di come mi annoio senza un fratellino con cui giocare, cercano di farmi sentire in colpa sottolineando che la sua noia,  probabilmente, supera di gran lunga la mia , considerando il suo confine in una stanza buia in un istituto psichiatrico .

Io li prego sempre di dargli un'ultima possibilità.
Naturalmente, all'inizio lo hanno fatto .
Mio fratello è tornato a casa più volte, ogni volta per un tempo  più breve del precedente.
Ed ogni volta tutto ricominciava.
I gatti del quartiere, con gli occhi cavati, mischiati ai suoi giocattoli, le lamette di mio padre trovate sulla sabbia dei bambini nel parco di fronte alla strada, le medicine della mamma sostituite  da pezzi di pastiglie per lavastoviglie.
Ora i miei genitori sono titubanti  sull'utilizzo di "ultime possibilità" da dare al mio fratellino e lo fanno con parsimonia.
Dicono che la sua malattia lo rende furbo ed è per lui facile mostrare una finta normalità, e così ingannare i medici che si prendono cura di lui e farli pensare che è pronto per la riabilitazione.
Dicono che mi debbo abituare a stare solo con la mia noia se questo significa stare al sicuro da lui.

Odio quando il mio fratellino deve andare via.
 

E io devo far finta di essere buono fino a quando lui non ritorna a casa …….













martedì 21 aprile 2015















Un Romanzo d’Amore in 10 secondi !!!!



Quando la Patata ed il Pomodoro
Compresero che il loro amore
Non aveva speranza
Si trasformarono in
Patatine Fritte e Ketchup 
E così morirono sempre insieme

Felici per l’Eternità !!

















.... E se dopo la Morte Dio mi chiedesse :

"Allora com'era il paradiso ?????"






Incredibile, una cosa giusta detta da Gasparri : "Non tutti i tifosi della Curva Sud sono 'IDIOTS'

Perchè ??

Perchè gli "Idiots" non sono tutti della Curva Sud della Roma  , ma ce ne sono alla "Curva Nord" della Lazio, alla "Curva Maratona" di Torino ed in tutte le curve degli stadi italiani dove regnano non il  "tifo per..."  , ma il "tifo contro...".
Fra i 6/7 amici ed amiche visitatori abituali di questo blog potrebbero esserci simpatizzanti per un qualunque squadra italiana, non importa quale ma sono certo,  perché Vi e Li conosco molto bene, non ce ne è uno che non sia d'accordo con me :
"Via i delinquenti dal Calcio !" .

L'On. Gasparri dimostra , con un frase sola, la sua assoluta incapacità di parlare e, nel contempo, di saper tacere .

A Roma si usa dire : "Nun sa' nè parlà , nè stasse zitto" .

Poteva tacere nell'affermare che "Non tutti i tifosi della Curva Sud sono Idiots" perchè il Presidente Pallotta,  persona comunque seria ed equilibrata nelle sue affermazioni, non a "tutti" si riferiva, ma solo a quelli che avevano esposto gli striscioni contro una madre a cui il "Tifo violento" ha ucciso un figlio .

 Questo è il testo dell'intera dichiarazione di James Pallotta:

"Noi come Roma siamo molto frustrati e delusi dalle azioni che sono state prese, purtroppo noi non abbiamo il potere di intervenire quando succedono questi episodi, i controlli corretti sono stati fatti fuori dallo stadio rimuovendo gli striscioni da rimuovere. Non è giusto nei confronti di tutti i tifosi che vengono allo stadio dover rispondere e subire le conseguenze di cose fatte da fottuti idioti. Sono sicuro che la maggior parte dei tifosi della Roma siano stufi di questi idioti. Noi come Roma stiamo facendo molte cose contro le violenze, anche dietro le quinte. Io oggi voglio comunicarvi che darò un milione di euro a Roma Cares per continuare a combattere tutto questo. In Italia però è arrivato il momento di cambiare e di fare qualcosa per questi episodi, spero che non saremo solo noi a prendere parte in queste iniziative".

Ma anche quando afferma che "Pallotta è un'Americano all'Alberto Sordi" dimostra appieno la sua pochezza culturale ed umana .
E' vero che Alberto Sordi, in quel film, ha dato vita ad un personaggio immortale nella storia del nostro cinema e del nostro costume , ma Nando Mericoni detto "Santi Bailor", il personaggio interpretata da "Albertone", tutto è tranne una macchietta da ridicolizzare .
Chi non lo avesse visto lo invito a gustare il film e certamente, tra una risata e l'altra, troverà una vena di tristezza che caratterizzava quell'Italia del '54' .
Una Italia dove vigeva il mito esterofilo del sogno americano, un'Italia nella quale "Nando" girava con il bracciale di cuoio borchiato, cinturone da cowboy, maglietta bianca attillata dentro i jeans a tubo e berretto da baseball, chiamava in uno pseudo-americano i suoi familiari (papi, mami) ma soprattutto viveva ogni situazione quotidiana come se fosse la scena di un film americano di cui lui era il protagonista  .

Tutto per sfuggire dalla realtà, dalla miseria di quell'Italia del dopoguerra dove gli errori (orrori ? ) del Fascismo l'avevano buttata.
Ancora lontano il "Boom Economico" restava solo sognare Hollywood ; ma forse è proprio l'On. Gasparri e non James Pallotta, ad essere , come "l'Americano a Roma" vittima di un sogno , per lui, ma incubo per noi .

Di cosa parlo, On. Gasparri ??



Di quegli anni 70' ed 80' nella quale Lei, allora giovane On. Gasparri,  manifestava una convinta appartenenza  per un partito  che alimentava gli scontri di piazza tra diverse ideologie ma comune violenza .
Lei ha il sacrosanto diritto di rivendicare la sua ideologia e le sue origini , la libertà è questa, noi lo sappiamo , lei non so .

Quella violenza fisica e verbale che circola ancor oggi e che Pallotta condanna, ma che lei , sornionamente,  accarezza .

Viene da chiederci : Perchè ??

Ho una idea, prendiamo lo spunto dalle sue parole e rifacciamoci ad un altro famoso film :

On. Maurizio Gasparri è "GRINGO" nel film "Per un Pugno di Voti"

.....  pardon volevo dire "Di Dollari" .







Al via a Lueneburg processo a Goering ex SS di Auschwitz


Il 93enne ufficiale tedesco ha

 ammesso di aver saputo subito di 

camere a gas







Stamane mi hanno particolarmente colpito le parole di questo 93enne ex ufficiale delle SS, addetto alla contabilità dei detenuti del Campo di Concentramento di Auschwitz .
Lui non ha dubbio di essersi reso corresponsabile "moralmente" della morte per "gassificazione" di 300.000 internati .
Tutti gli organi di stampa sono rimasti quasi piacevolmente sorpresi della sua sincerità e lodano il fatto che questo aulico vecchietto di quasi 100 anni si sia addossato la responsabilità morale di quanto fatto.

Premesso che io non credo che un processo ad un Centenario abbia una minima valenza giuridica e morale e che le sentenze di innocenza o condanna, a questo punto della Storia, debbono essere a carico delle nazioni e non più ascritte al singolo  ma,  mettendo anche che questo processo "farsa" vada avanti , "Corresponsabile Morale" , cosa significa ??

Secondo questo concetto che esistano "Corresponsabilità Morali" e ""Corresponsabilità Operative" , allora in tutto il Campo di Concentramento ci sarebbe stato un solo "Responsabile" operativo, colui il quale materialmente apriva le Valvole del Gas da immettere nelle  "docce della morte" .

SOLO Moralmente colpevoli, pardon "Corresponsabili" ,  il Comandante e le SS SS di Guardia al Campo ;

SOLO Moralmente "Corresponsabili" coloro che li spingevano nelle stanze della morte ;

SOLO Moralmente "Corresponsabili" coloro che li avevano rastrellati e spinti sui treni ;

SOLO Moralmente "Corresponsabili" tutti coloro che sapevano ma facevano finta di non sapere ;

La prima metà del 1900 in Europa è stato un cinquantennio di "Moralmente Corresponsabili" ma innocenti di fondo .

Almeno è così che a loro piace sentirsi ancora .

Forse il vero problema è che in questo 2015 abbiamo talmente tante cose da fare per evitare di doverci sentire anche noi "Moralmente Corresponsabili" che non abbiamo più né tempo né forze per continuare ad ascoltare queste bugie di comodo , già smentite da Dio e , per quel poco che può contare, dalla Storia .



venerdì 17 aprile 2015


Pensavo che .....

Le mie radici , oserei dire anche "le nostre radici", non sono fatte solo di persone , eventi e luoghi ma anche di  ricordi odorosi di saporite ricette legate alla nostra infanzia , prima, ed alla nostra gioventù, poi.
Che se poi vai a vedere bene entrambe sono strettamente connesse , con l'una che precede e prepara l'arrivo dell'altra .

Le ricette dell'infanzia sono spesso legate alle Nonne, quelle della gioventù prerogativa delle Mamme .
Ho avuto la fortuna di aver conosciuto tutti e quattro i nonni e ben tre bisnonni ma , sotto il profilo "culinario" la madre di mia madre, Nonna Delia o Jeia , come amavamo chiamarla, era di un'altro pianeta .
Proveniva da una semplice famiglia di Palestrina, grossa cittadina non lontana da Roma, e portava nella sua cucina tutta la cultura del risparmio nelle spese quotidiane di chi aveva una famiglia numerosa da crescere .

Erano i tempi che la pasta si comprava dal Droghiere incartata in grossi fogli di carta giallo - paglierino, i Pomodori si facevano in giardino, in bottiglia ad agosto , messi a bollire in grossi pentoloni di alluminio .
Il Concentrato di Pomodoro era di uso abituale, sia nei sughi che nelle minestre, così come il guanciale, il lardo e l'olio che, non ci giurerei ma ne sono quasi sicuro, non era precisamente Extra Vergine di Oliva .
Ma Il sugo, quel sugo che bolliva lentamente dalle prime ore del mattino, era un miracolo di economia e gusto .
Dentro c'era di tutto e lo ricordo bene. come fossi ancora là, davanti a quella pentola che "sobbolliva" facendo appena piccole increspature sulla superficie.
Primi ad entrare nella casseruola  gli odori, sedano, carote e cipolle ma mai a dadini , sempre a grossi pezzettoni rustici , uniti a dosi generose di olio e , spesso, un grosso e saporito, pezzo di gambuccio di prosciutto ( il gambuccio costava un quarto del prosciutto dei signori) .
Quando l'odore del soffritto invadeva la cucina subito il sale, il pepe ed il peperoncino  perché , diceva nonna, ognuno fa il suo mestiere, il Pepe l'aroma e il Peperoncino il Piccante  .
Poi veniva il momento della Carne e lì c'era il vero miracolo alchemico , altro che Nostradamus  ; nella pentola entrava di tutto e di più, tre involtini, gli scarti delle fettine panate, due salsicce, le Zampe ed il collo del pollo, le interiora del pollo tritate con un po' di macinato, qualche bel pezzo di spezzatino, ma anche dell'abbacchio se c'era.

Tutto si fondeva e rosolava a fuoco vivo in un agglomerato democratico di sapori e profumi .

A quel punto un bel bicchiere di vino bianco a sfumare (mai di più perché, diceva Nonno; " Er vino se beve e nun se magna")   e poi il concentrato di pomodoro che adesso so che è quello ma che allora chiamavamo "La Conserva" .

Giù a rimestare ed insaporire , insaporire e rimestare.

Ed arrivava il momento del Pomodoro che ,  sia che uscisse dalle bottiglie di vetro casalinghe o che scivolasse dai barattoli di latta, era sempre tanto, un mare rosso che sommergeva e affogava la carne .
E poi il tempo a cuocere lentamente il tutto, perché a quel punto, dovevi solo aspettare ed avere pazienza anche se una speranza ce l'avevi sempre.... che nonna ti facesse intingere un pezzo di pane nel sugo per sentire  "Come stà de sale ???" . 

Il sugo bolliva dalle 9 del mattino sino all'una ; lo stomaco idem .

Come Dio voleva arrivava il momento di buttare giù la pasta ed allora erano tre Kili di Rigatoni , mai di meno, talvolta di più .    
Eravamo tanti noi a tavola ma erano pur sempre tanti anche tre Kili di pasta .... pasta ben "incaciata" con parmigiano e pecorino e "insugata" che manco a Palazzo Reale lo avrebbero fatto !! 

E poi il ricordo di questa insalatiera enorme, fumante, piena di pasta, sugo e formaggio, con le nuvole di vapore che mi sembrava offuscassero il cielo .
I piatti di porcellana bianca pesavano un'accidente ma erano capienti sul serio, mica come quelli di oggi che con un etto di pasta sono ricolmi.
Ricordo che ogni "forchettata" infilzava dai 3 ai 5 rigatoni pieni di sugo, e di forchettate ne davamo parecchie prima di cominciare ad intravedere il fondo del piatto .

L'infanzia era quella, la Gioventù vicina. il Colesterolo lontano nel tempo .

Non esattamente come adesso .







Tantissimi amici ed amiche che frequento hanno il “Pollice Verde” e coltivano con capacità ed affetto le loro piantine, chi sul balcone di casa e chi nel proprio giardino, se lo ha .

Conosco persone che le chiamano anche per nome, le loro piante .
Tanti curano le piante , io non so farlo ma mi occupo molto delle radici, le “mie” radici .

Come posso mi vado a rivedere le foto , ingiallite dal tempo,  di quei nonni, bisnonni , trisnonni etc. che non ho mai conosciuto ma che, a sentire la scienza, mi e ci portiamo dentro .
Di molti sopravvive solo il nome, di tanti neanche quello, perché la memoria delle famiglie, in genere, non archivia che 2, massimo 3 generazioni .

Ed è un peccato, un vero peccato perché se si è vivi nella memoria non si è mai definitivamente morti nell’Universo .
O almeno io lo spero .

Così, appena mi è possibile, ai miei nipotini parlo di loro, di quelli che non ci sono più e che loro hanno conosciuto (qualcuno) o che non conosceranno mai ( i più) .
Se ho foto le esibisco come preziosi reperti della nostra famiglia , e gli indico i nomi, i volti, le loro storie se le so e , se non le so, me le invento dando a questi cari “Nonni sconosciuti” un profilo che resti  comunque impresso; dare forma e spessore alle mie radici che poi saranno le radici dei miei nipoti è un gioco , ma non poi tanto, perché …...

…. Perché se hai vive le radici della tua famiglia ,  poi non nascono solo i rami e le foglie per vivere l’ oggi , ma spuntano anche le ali ai nostri “semi del ricordo”  per volare oltre le mura del tempo e dell’oblio .

Se hai vive le radici .

giovedì 16 aprile 2015










LA PAURA DI ESSERE SCONFITTI 


La battaglia odierna è stata ispirata da questo titolo "sparato" sui giornali quotidiani  :






"La sconfitta è una morte apparente" (!?) 

Se vera questa affermazione, dovremmo temere la Sconfitta come temiamo la Morte , ma è poi giusto temere e fuggire tanto la Morte che la Sconfitta ??  .

La Morte è qualcosa di ineludibile , 

un evento inserito nel nostro percorso di Vita che, a ben pensarci è anche un percorso verso la Morte . La natura ha deciso per noi che, se non servi alla riproduzione del genere umano le tue cellule , ad un certo punto, si spegneranno per lasciare spazio e risorse ad altri individui in grado di meglio affermare la prosecuzione della Vita .
Abbiamo tutti paura della "Non Vita", ma ciò non significa necessariamente che dobbiamo avvelenarci l'esistenza con la paura di quando non esisteremo più .
Penso che il propagarsi delle Religioni nel corso della storia del Genere Umano sia la più ampia delle dimostrazioni di come gli Umani abbiano tentato di esorcizzare questa paura adottando forme di Pensiero e Speranza, le più fantasiose e articolate possibili, per darsi comunque una meta oltre la Vita .


La Sconfitta è tutt'altra cosa . 

Ci sono Sconfitte solo apparenti, sconfitte di "Oggi" che si riveleranno "Vittorie" nei secoli futuri.
Ci sono Sconfitte a cui è giusto andare incontro se essere sconfitti significa affermare i principi nei quali si crede .
Ci sono Sconfitte che si affrontano con il sorriso quando sai di aver dato tutto .
Ci sono Sconfitte che insegnano a non essere più Sconfitti .
Ci sono "Perdenti" di successo e "Vincenti" da subito sconfitti .

Tutti Perdiamo e Vinciamo nella vita come nello sport ma la sconfitta fa parte del gioco, anzi ne è la forza motrice perché è per evitarla che mettiamo in campo il meglio di noi ( o almeno così dovrebbe essere..) .  

Perdere, Vincere, e se fosse tutto relativo ??

Se per paura di perdere non gioco, non perderò ma neanche avrò giocato le mie chance .

Se per paura della Morte avrò rinunciato a vivere, la Morte arriverà quando vorrà ed io non avrò vissuto avvicinandola di più , giorno dopo giorno, ora dopo ora .

Ogni giorno incontro apparenti Vincenti ed apparenti Perdenti ma , con il passare degli anni ho imparato che il primo che incontro è quello che , tutte le sante mattine, mi guarda  negli occhi dallo specchio del bagno di casa mia .

E gli sono molto, molto affezionato, sia che vinca sia che perda alla fine del suo giorno ,  

mercoledì 15 aprile 2015















L'ISTERIA GIUDIZIARIA !!!!

La strage al Tribunale di Milano è stato un atto esecrabile di pura follia ma è altrettanto palese che , la confusione, gli isterismi  e le file chilometriche all'ingresso dei tribunali in questi giorni , non paiono esserlo di meno e sono lo specchio veritiero di un Paese, il nostro,  che non riesce ad affrontare i problemi con quelle necessarie doti di  lucidità per evitare di farsi ancora e maggiormente del male.

Veramente vogliamo nei tribunali controlli approfonditi all'entrata per ciascuna persona,  senza intralciare naturalmente le udienze  ?? Se si, si stanzi qualche miliardo di euro per assumere e formare il personale e per comprare l'attrezzatura necessaria (metal detector ecc.) .

Ma , mi chiedo , dopo aver speso miliardi per la sicurezza dei tribunali, non bisognerebbe fare lo stesso (o anche di più') per i musei, le scuole, i municipi, le stazioni ferroviarie, le fermate dell'autobus ecc.?

O si pensa che questi ultimi non possano essere obiettivi sensibili per i tanti squilibrati in giro per il nostro disastrato paese ?

La Magistratura si sente abbandonata agli squilibrati  ??

Beh, allora tranquillizziamola ; è in ottima compagnia perché è tutta la nazione ad essere in balia degli squilibrati e neanche tanto anonimi, perché molti rivestono anche importanti ruoli politici .

Ma come si può pensare che un intero Paese possa essere a prova di questi squilibrati e che si possa prevenire qualsiasi isolato e sporadico atto di follia ?

Siamo certi che valga la pena spendere miliardi per prevenire l'occasionale atto di follia, oppure sarebbe meglio spenderli per avere, visto lo specifico fatto che ha determinato quanto accaduto, una giustizia che veramente funzioni ?

Certo, non è, ne può essere la soluzione finale, perché' comunque gli squilibrati potrebbero, per esempio, ammazzare gli studenti di un intero edificio scolastico dove, anche se ci fosse il metal detector questo sarebbe scarsamente efficace .


Non ho , ne pretendo di avere, la soluzione finale, ma avere una “Giustizia  Giusta “ sarebbe un modo e un metodo per affrontare il problema cercando di “estirparlo” alla fonte , cioè là dove  l'assenza di un senso civico di appartenere ad un sistema Giudiziario percepito come efficace , dove l’efficacia si riferisce non solo alle sentenze ma anche ai tempi di emanazione delle stesse , fa crescere  quel disagio e quella rabbia che poi alimenta menti folli già deboli di per se .


Ogni giorno  la Chiesa celebra la S. Eucaristia ; La  offre a  Dio  in sacrificio di lode, la dona in cibo ai  fedeli, la  conser...