giovedì 28 maggio 2015














Adesso lo so.

Ho bevuto avidamente i miei anni
pensando fossero mesi.

Ho masticato mesi
cercando il sapore 
dei giorni.

Ho ingoiato di fretta
i miei giorni
trascurando le ore.

Ed ora che la fame e la sete
di Vita
mi sveglia di notte,
assaporo masticando lentamente
anche le molliche
dei miei minuti .


CdG 




mercoledì 27 maggio 2015





Ieri mio figlio mi ha detto :
"Papà è ora che ti cambi la macchina perché è vecchia" .
Non ha detto guasta, non insicura , ma "vecchia" .
Colpito , mi sono messo a riflettere.
La mia macchina è un insieme di ingranaggi complessi ; se funzionano , ha senso chiamarli "vecchi" ??
Probabilmente ha ragione lui , ma non la cambierò per una fantomatica vecchiaia , ma solo in caso di un reale "decesso meccanico".
Non posso certo negare che la nostra sia "L'era delle Macchine".
I valori inseguiti dall'Umanità sembrano essere solo quelli della Precisione, della Velocità, della Accuratezza .
Fateci caso, ci chiedono continuamente :
•             "A che velocità va ??"
•             " Quanto tempo ci mette a....??"
•             "Quanto consuma ??"

Ultimamente poi sono tutti orgogliosi di aver progettato macchine che camminano da sole.
Si adora l'estetica del bello applicata alle finiture meccaniche, all'acciaio, all'alluminio, al brivido del cromo .
È una nuova musica il rombo del motore, nuova armonia di luci i mille led del cruscotto. È una concezione della bellezza applicata alle pulegge, ruote e leve.
A ben pensarci la stessa nostra vita è regolata da un meccanismo : L'orologio.
I nostri bambini apprendono e comunicano principalmente per mezzo di macchine, il PC, il Televisore, il Cellulare, le Calcolatrici .
Viaggiamo per mezzo di macchine, auto, aerei, navi.
La nostra concezione del mondo si è ridotta ad una macchina; vediamo lo stesso Universo come una imponente macchina messa in moto da Dio all'inizio dei tempi ; cos'è il Big Bang se non una gigantesca "messa in moto" dell'Universo ??.
Sembra che l'essere umano, meravigliato dalla precisione meccanica del Creato, cerchi di replicarla sulla Terra, in una ridicola ed ipotetica reiterazione del disegno di Dio.

Visto dall'alto il nostro pianeta appare come un gigantesco e caotico negozio di ferramenta, una sorta di “BRICOFER” perso nell’Universo .

Il nostro compito di gestori (non certo proprietari) non è mai finito, abbiamo sempre nuovi progetti da valutare, nuovi lavori da eseguire e tutti, inevitabilmente, richiedono un ampliamento dei processi. Tutto ci porta verso la perfezione della macchina ; è il perverso modello storico della nostra epoca.
La nostra vita è condizionata dagli imperativi delle macchine, non solo all'esterno ma anche all'intimo del nostro essere.
Mi chiedo : dove finisce la macchina e dove comincia l'uomo ?
Fateci caso, anche nell'uso delle parole  , non usiamo più le "nostre" parole, ma le parole delle "macchine".
"Misuriamo" i nostri rapporti con gli altri dal fatto se siamo "sincronizzati" con loro.
I nostri sentimenti sono ridotti a "vibrazioni" positive o negative come i poli di una batteria.
Anziché parlare di "inizio" di una attività parliamo di "avviamento".
Cerchiamo di evitare "attriti", sia sul lavoro che in famiglia.
Speriamo che i nostri rapporti con il prossimo scorrano senza problemi e "Non si guastino" .
Spesso sentiamo dire : "Devo dare un'aggiustata alla mia vita" .

No, ho deciso : mi ribello e non cambio decisamente la mia vecchia macchina.
Non sarà tanto ma è ciò che posso fare : essere quel granello di sabbia che da fastidio all'ingranaggio del mondo delle macchine.

In fondo, nel loro piccolo, anche i granelli di sabbia si incazzano di brutto.



Cesare


                                     

lunedì 25 maggio 2015



Ci torno su
Il Derby è finito ; "Grazie a Dio" !!!!!


Chi frequenta il Blog lo sa già da diverso tempo ; ho una simpatia per la Lazio ma tifo Roma contro tutte le altre squadre d'Italia .
Il fatto è che amo ROMA, la mia città , prima e sopra ad ogni cosa .
La Roma ha vinto e la Lazio ha perso e penso sinceramente che il risultato sia sostanzialmente giusto , Quello che mi preme gridare forte è che stasera ha vinto la Città di Roma, i suoi tifosi e la correttezza delle squadre della capitale .
Ha vinto un modo pulito e corretto di concepire lo sport, senza risparmiare le forze e senza puntare ad un risultato "furbo" che danneggiasse una terza squadra, il Napoli, che dovrà e potrà guadagnarsi la meta sul campo .
Se ci riuscirà, bene .
Se Fallirà , bene lo stesso e forse meglio ....
Ma il Presidente del Napoli, che già aveva prefigurato torbidi scenari di "combine" o "biscotto" che dir si voglia, chieda ora scusa alle squadre ed alle tifoserie romane,
Si scusi per aver solo "osato" pensare che gente come noi, come i Laziali ed i Romanisti, in virtù di una logica antisportiva forse a Lui vicina, rinunciasse ad una lotta storica di Orazi contro Curiazi, che va avanti da mille anni e più .
A Roma una squadra vince e l'altra perde e poi viceversa, e poi ancora al contrario,,,,
Ma si perde o si vince sul Campo, con alterne fortune, ma sempre combattendo da gladiatori e non da

"PULCINELLA" !!!! 





Detto questo,,,,,,

Ricordo che era buona tradizione di mio padre , Alberto, al termine di ogni Derby che tutta la famiglia vedeva sempre insieme, Romanisti e Laziali gli uni vicini agli altri, chiudere la serata con una sana "Rigatonata alla Matriciana" ed un sano bicchier di Vino Rosso , perché, a partita finita, si cantava in coro :

"Ed or che siamo ai frutti un CICCIALCULO A TUTTI !!!!!

Se permettete vado a scolare la pasta anche io, perché mi piace al dente .

cesare

venerdì 22 maggio 2015






Sono cresciuto con il venerato culto della vittoria Italiana nella Guerra del 1915 - 1918 che, mi permetto ricordare, costò alla nostra nazione 1.240.000 morti, pari al 3,8% della popolazione dell'epoca .
Mio nonno era Cavaliere di Vittorio Venero e molti altri miei parenti che quella Guerra la combatterono hanno ricevuto Onoreficenze alla Memoria .
A Scuola , nel '56. cantavamo più spesso "La Canzone del Piave" che "Fratelli d'Italia" .
Eppure, stavolta, non mi sento di condannare gli esponenti delle Provincie di Trento e Bolzano sul rifiuto ad esporre la Bandiera Tricolore per "Festeggiare" i cento anni dall'inizio della Grande Guerra .
Condivido la franchezza della parole del Governatore Altoatesino :

" Ricordare l'Inizio della Guerra è una Festa Irragionevole" .

Penso anche io che ricordare l'Orrore di una Guerra con le bandiere al vento sia irragionevole, ed anzi, io avrei anche brutalmente proseguito con : 

".... Ed è una vera minchiata !!! "

Per puerili questioni di terre e soldi sono morte tra le 15 e le 17 milioni di persone  che , se si volessero poi aggiungere anche i decessi per la successiva epidemia di Febbre Spagnola, che trovò fertile terreno nella debilitata popolazione, ci porteremmo intorno ai 65 milioni di decessi .

Penso che una Guerra, vinta o persa, è sempre una sconfitta per l'Umanità .

Cesare











giovedì 21 maggio 2015








Chiedi chi erano i Beatles …..


Gli storici hanno la triste tendenza a separare il XX° Secolo utilizzando come spartiacque La prima e seconda guerra mondiale .
Sinceramente non mi soddisfa .
Anche se so per certo che a molti non piacerà, io utilizzo da sempre  i miei “paletti storici” personali :

Il Mondo prima e dopo “I Beatles”

Se vuoi toccare sulla fronte il tempo
che passa volando
in un marzo di polvere e di fuoco
e come il nonno di oggi sia stato
il ragazzo di ieri,
se vuoi ascoltare
non solo, per gioco
il passo di mille pensieri
chiedi chi erano i Beatles ….


Il nonno di oggi ( che sarei io) ha visto sorgere un fenomeno musicale la cui portata è andata ben oltre la musica .
La storia dei Beatles come cronologia è simile a quella di tanti gruppi musicali dell’epoca .
Giovani di talento che si conoscono, si incontrano, si uniscono sotto un comune stile musicale e da lì tutto ha inizio .
Ma i Beatles furono di più, furono un fenomeno epocale di moda e costume, non solo musicale .
Portare i capelli come loro, aveva un significato di rottura con il passato ; via il perbenismo del cravattino, via l’aria pulitina dei bravi ragazzi tutti “casa & chiesa & scuola ” , via dalla strada del posto fisso e tutti noi giovani, ragazzi e ragazze , a correre per altre nuove strade del mondo, strade che noi italiani, come molti altri europei,  ignoravamo e che grazie al fenomeno dei Beatles abbiamo scoperto o almeno così credevamo .
Essere un “Capellone” era un Marchio: Di infamia per i perbenisti, di qualità per i “riformisti” .
Non ebbi mai la forza di essere un vero “Capellone” ( a 17 anni avrei avuto ancora la materia prima…), ma ci provai e ci andai  il più possibile vicino , io come tanti ragazzi di quella Roma post-boom economico che  avrebbe aperto le porte al mitico ’69 .
Perché dico mitico ??
Perché chi lo ha vissuto nelle strade e nelle aule studentesche non aveva la piena coscienza di quella trasformazione sociale che ne sarebbe seguita ; noi ci sentivamo ancora la “Beat Generation” una generazione che ci piaceva immaginare proiettata verso un idealizzato futuro di pace mondiale .
Avevamo ancora negli orecchi i pezzi classici quali
·       Let It Be   
·       Hey Jude  
·       Yesterday 
·       Come Together 
·       Here Comes the Sun  
·       Twist And Shout       
·       Don't Let Me Down
E non ci rendevamo conto che anche i Beatles stavano cambiando e si stavano evolvendo verso il movimento pacifista degli Hippyes  con lo stile floreale del loro abbigliamento ed utilizzando i suoni acustici della musica indiana caratterizzati dal Sitar .
Il classico taglio dei capelli a caschetto, quello per intenderci “prima maniera”, era nel tempo stato trasformato in un capigliatura libera e meno studiata .
Il concetto di rivoluzione sociale si era trasformato in una idealizzata pacifica rivoluzione  universale .
E poi scoprimmo che il tempo passa, l’oggi lo vivi ed è già storia, la tua vita passa, ed un triste mattino passarono anche i Beatles , così , all’improvviso .
E ci trovammo d’improvviso non più giovani, non più “capelloni”, senza più ideali .
Ma i Beatles ci lasciarono un testamento per le future generazioni, scritto da uno di loro dopo lo scioglimento del gruppo,   John Lennon, ma che io ho sempre ascritto all'eredità morale non del gruppo musicale, ma della nostra generazione : IMAGINE .

Immagina

Immagina non ci sia il Paradiso
prova, è facile
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente
viva al presente…

Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire
e nessuna religione
Immagina che tutti
vivano la loro vita in pace…

Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno

Immagina un mondo senza possessi
mi chiedo se ci riesci
senza necessità di avidità o fame
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente
condividere il mondo intero…

Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno

e che il mondo diventi uno


Nonno Cesare


                                        












mercoledì 20 maggio 2015





Sintetiche tracce per una Analisi del Gesù storico e del suo tempo ( i tanti perché di così poche certezze)


Recentemente , un gruppo di amici ed amiche di questo Blog è andato in visita culturale presso la Sinagoga di Roma .Tale percorso culturale è stato sostanzialmente molto simile a quello  che ci ha portato attraverso il tempo all 'interno di questo Blog.  
Abbiamo ormai acquisito quelle doti di disincantata, matura concretezza che ci consentono di affrontare non solo l'argomento posto al titolo di questo post ma , soprattutto attaccare  quel florilegio di pseudo / scrittori che tanto fantasiosamente e con supponenza hanno inteso rilasciare ipotesi , le più becere e puerili, sulla figura di Gesù, non sotto il profilo teologico , che noi non affronteremo certamente, ma molto più semplicemente :

Storico, facendolo senza conoscerne la storia; 
Sociale, senza conoscere la situazione sociale del suo tempo; 
Comportamentale, senza considerare quali fossero i comportamenti attesi per un pio ed osservante ebreo dell'epoca .

Tralascio gli aspetti più fantasiosi per lo più presenti in certi libri di matrice d'oltre oceano quali :

Gesù -   Figura di origine Aliena ;
             Allievo  di un   Lama Tibetano
             Spia dei Romani Infiltrata nella  società ebraica

Il lavoro che si vuole affrontare sarà forzatamente sintetico e con molte poche certezze perché :

A) 
scrivere del mondo antico consente solo indagini su conoscenze parziali e rare certezze.

B) 
un lavoro su un giudeo del primo secolo che agì esclusivamente in una regione sostanzialmente poco significativa nella struttura dell 'Impero Romano , non può che trovare in ciò attese limitazioni .
Le notizie in nostro possesso su Gesù provengono esclusivamente da testi compilati decenni dopo la sua scomparsa e redatti da individui che , con molte probabilità , quando egli era in vita non erano nella schiera dei suoi seguaci .
Le fonti lo citano in greco, che non era la lingua in cui egli parlava e le differenze oggettivamente riscontrabili dal raffronto delle diverse fonti evidenziano che non sempre le sue parole e le sue azioni sono state riportate conformemente.
Scarsissime sono le informazioni su di lui pervenuteci da ulteriori fonti che non siano opere scritte con enfasi glorifica.
Negli archivi romani, rilevante fonte burocratica dell'epoca, non troviamo alcuna adeguata documentazione amministrativa e/o geografica di una zona periferica come era considerata la Palestina.

Anche consapevoli studiosi del Nuovo Testamento , dal 1910 al 1970, hanno oggettivamente riconosciuto che del Gesù storico sappiamo pochissimo, per non dire nulla .

Mi e ci consoli sapere che sappiamo su Gesù molte più cose che su altre figure a Lui coeve quali Giovanni il Battista, Teuda,Giuda il Galileo, tutte accomunate da un cammino ieratico, molti seguaci e, purtroppo, fine quasi sempre violenta ad opera delle truppe Romane su imput delle autorità giudaiche.

Come poter entrare nella grande storia ?
Si potrebbe fare dalla fine.

Una mattina di primavera dell'anno 30 e.v., tre uomini furono messi a morte in Giudea dalle autorità Romane.
Due briganti , predoni e banditi spinti solo dal profitto, ed un terzo uomo che non si era reso responsabile di razzie, ne depredato, assassinato o accumulato armi per una possibile rivolta .
Egli era stato condannato per la pretesa di essere considerato "re dei Giudei" senza averne la dovuta legittimazione politica.
Indubbiamente i seguaci che lo avevano seguito ed appoggiato, tra le quali anche alcune donne possidenti , pensarono che le speranze per una "Rivoluzione pacifica" fossero ormai tramontate.
Non fu così; questa terza persona, Gesù di Nazareth, sarebbe diventata una delle figure più importanti della Storia dell'Umanità ma, come detto, queste non sono righe di teologia.
Sono peraltro convinto che ci furono elementi di continuità fra il pensiero di Gesù e quello dei discepoli dopo la sua morte nonché quello di costoro e i Cristiani dei secoli successivi ; attenzione, continuità non è identità .

Sono intimamente convinto che ci furono
Autonome implementazioni e sviluppi nel corso degli anni.

Perché è tanto difficile sapere cosa e come pensasse Gesù  duemila anni or sono ??

Provo a spiegarmi con un esempio :
Cosa pensava Churchill del movimento laburista e degli scioperi sociali del 1910?
Cosa pensava Jefferson del concetto di Libertà ??
Cosa pensava Alessando Magno dell'unione in un unico impero della Grecia e della Persia ??
Lo sviluppo di questi argomenti comporta gradi diversi di difficoltà e uso di fonti di diverso tipo.

Sulle misure assunte da Churchill in occasione degli scioperi del 1910, ed i relativi ordini sulla repressione da lui impartiti alla Polizia, si formarono opinioni disparate ed ad oggi molto diverse  fondate su dicerie e pettegolezzi che trovano ancora ampio credito pur in presenza di prove che sembrano assolverlo .. E parliamo solo del 1910 , praticamente ieri !!
Su Jefferson il compito è più semplice perchè egli manifestó le sue idee con interventi, scritti e corrispondenza personale , tutto conservata accuratamente.
Su Alessandro Magno e le sue conquiste  è notte fonda . Sappiamo che conquistò l'impero Persiano, sposò una Principessa Persiana e che ordinò a diversi ufficiali del sue esercito di fare altrettanto con diverse nobildonne persiane confidando in una possibile integrazione elitaria tra le due popolazioni . Sappiamo come agì (fonti documentali)  , ipotizziamo soltanto cosa pensó.
Il nostro operare sulla figura di Gesù storico è lontana da Churcill e Jefferson , sui quali siamo subissati da documenti e report , e molto simile a quella su Alessandro , con dei testi (pochi) e molte ipotesi ; le fonti storiche principali per una  ricerca sulla figura di Gesù, i Vangeli del Nuovo Testamento, risultano alterate dal fatto che furono scritte da persone interessate ad esaltare la figura del personaggio .
Le fonti di Gesù sono comunque certamente più attendibili di quelle su alessandro , le cui biografie originali sono tutte andate perdute (quelle pervenuteci sono riportate da epoche successive).
Gesù , sia teologicamente che storicamente si identifica nella sua Chiesa.
Come precedentemente asserito, in questa sede procediamo esclusivamente lungo un percorso storico, esaminando il quale possiamo asserire che l'idea fondante della Chiesa, a differenza di altre religioni, non si sia sviluppata poco a poco, con rielaborazioni di idee o cambi di direzione operati da Gesù per adattarsi a condizionamenti esterni.
Di ció in Cristo non c'è traccia.
Il suo disegno per un Regno di Dio sulla terra degli uomini era completo fin dal principio ed egli, smentendo una certa immagine "naive" assegnatagli da alcuni scrittori, mostrò sempre  decisione e coerenza, compiendo solo passi umani o divini, decida ognuno come valutare, solo se esclusivamente utili a sviluppare il medesimo disegno.
Gesù delocalizzó immediatamente il culto, come invece previsto dalla religione ebraica, dapprima nell'Arca dell'Alleanza  e poi nel Tempio.
Egli pose da subito le grandi pietre angolari della sua costruzione, la Chiesa ; non lo erano le pie donne che lo supportarono con i loro mezzi , ne lo furono i ricchi amici che lo ospitarono un po' ovunque nei vari villaggi della Galilea.
Lo furono invece i 72 discepoli ad essere eletti come suoi aiutanti . Essi costituivano, per così dire, i suoi fiduciari nelle singole località, e venivano da Lui mandati nei vari villaggi per preparare il suo arrivo.
Una classe particolare e superiore era formata dai Dodici Apostoli , parimenti scelti, o meglio nominati, che sempre lo accompagnavano.
Il nome " Apostoli", cioè inviati e messaggeri, non corrispondeva alla loro attività del presente e quindi mirava già ad una futura missione.
 Non dobbiamo immaginare, come generalmente si fa, che gli Apostoli avessero una mente troppo ottusa e chiusa all'azione del loro Maestro. La maniera nella quale Pietro prese in mano la direzione del gruppo, proponendo l'immediata elezione dell'Apostolo mancante, evidenzia come essi si resero da subito coscienti della loro missione, rendendosi da subito "operativi" (chiedo venia per il termine moderno) .
Una prova ?
Al momento dell'Ascensione la comunità era di 500 unità , ma di questi solo 120 erano al cenacolo, quindi a Gerusalemme, ma già nella predica delle Pentecoste di Pietro erano 3000 che si fecero da lui battezzare . Poco tempo dopo la comunità contava 5.000 uomini che eleva a circa 10 /15.000 gli appartenenti al nucleo, considerando le famiglie.
Non male se si considera che Gerusalemme, a quel tempo, contava 50.000 abitanti.
Chi crede lo consideri  un miracolo , gli altri una operazione di marketing di indubbio successo.
La generale approvazione nei confronti di Gesù mostra quanto gli autori dei Vangeli abbiano svolto bene il loro lavoro . Lo scopo che si erano prefissi era di indurre i destinatari dei loro scritti a volgersi a Lui come mandato da Dio e che quanti lo seguivano avrebbero ottenuto la vita eterna .
Ex post possiamo senz'altro dire che raramente una speranza ha avuto compimento più pieno .



 Certamente Gesù non trasformò, a differenza di Alessandro, la situazione sociale, politica ed economica della Palestina; ma la sua azione si mostrò incisiva e molto di più , nei secoli.
Se esaminiamo i Vangeli nel dettaglio riusciamo spesso a distinguere le concezioni proprie di Gesù perché , in alcuni casi, le fonti sono indipendenti.
Paolo fornisce notizie molto importanti su alcune convinzioni ed aspettative di Gesù ; ora le lettere di Paolo furono scritte ben prima dei vangeli, ma raccolte e pubblicate dopo; sicché Paolo non conosceva i Vangeli , ma neanche gli autori dei Vangeli conoscevano le lettere di Paolo.
Questa è storia per il povero storico  che, a differenza del politico, del romanziere , del moralista, non può estrapolare dai testi solo le parti nobili e adatte a servire l'ispirazione per gli altri. Lo storico seleziona si , ma con principi diversi :
  • Cosa può essere provato ?
  • Cosa può essere confutato ?
  • Cosa rimane in dubbio ?

Riprendendo il filo del discorso dalle fonti esterne , possiamo solo fare riferimento al cronista unico dei fatti , Flavio Giuseppe ..
Che parla in maniera sintetica dei fatti ...
Troppo sintetica per darci solide basi .
Poi le fonti interne al cristianesimo i vangeli sinottici , scritti 60 anni circa dopo i fatti , sulla base di frammenti ricostruiti e riepilogati.
Rammento che sinottici deriva da sinopie, compilazione di scritti a 2 colonne contrapposte.
Questa ricostruzione postuma ha determinato sfasamenti temporali dei fatti di non poco conto , in taluni casi indicando generalmente "a quel tempo".

Un lavoro di analisi che arrivi ai Vangeli deve però Trovare le sue basi anche su una dettagliata conoscenza del mondo giudaico dell'epoca, la sua struttura, le sue fazioni politico/ religiose e la relazione con il Dio di Israele e le due leggi.

Segue .. ??

CdG


























sabato 16 maggio 2015



                                                          GIU'   LA  MASCHERA  !!!!!!!

ANALIZZIAMO PRIMA QUESTO ARTICOLO DEL SOLE 24ORE



Il giornalista, che non è proprio l'ultimo degli arrivati, ma il Vice Capo Redattore del Sole 24 ore, parlando della recente sentenza della Corte Costituzionale in tema di pensioni, testualmente scrive : "Sembra quasi che una parte dei Giudici Costituzionali (.. quelli che hanno votato per l'incostituzionalità) viva in un mondo tutto suo a prescindere dalla realtà, dai vincoli europei in cui è inserita l'Italia, dai cambiamenti strutturali che, nell'ultimo decennio, sta affrontando il Paese" .

Caro amico, è proprio questa la differenza tra me e Lei; io scrivo in vecchiezza su un Blogghetto per tre o quattro amici ed amiche parlando il più possibile di valori umani, giustizia, rispetto della dignità umana, in poche parole di "Umanitas" e Diritti Civili, mentre Lei, esimio amico, queste cose non sa neanche ove siano di casa .
L'affermazione di un Diritto Costituzionale è un fondamento della nostra Nazione, Nazione che nasce solo nel momento in cui di Costituzione si dota ; solo dopo che Essa (l'Italia)  "esiste nella forza di una Legge Costituzionale", nascono le realtà politiche ed economiche ed i vincoli Europei da Lei evocati .
Non dovrà mai esistere nessun "Cambiamento Strutturale" che possa ledere il tessuto Costituzionale del nostro Paese .
Si infili questo concetto bene nel cervello o in quella parte del suo corpo che Ella  ritiene sufficientemente capiente ed "aperta" per contenerlo .

... Ma Lei insiste :
"In Italia  troppe tutele vengono equiparate a diritti assoluti, troppe garanzie sono difese come diritti intangibili. Andrebbero trattate invece per quello che sono : tutele e garanzie che sono utili , che vanno benissimo ma solo fino a quando c'è una compatibilità economica che le rende sostenibili" .

Gentile Amico, più andiamo avanti e più trovo difficoltà a considerarla un amico .
Le tutele previste dalla Costituzione, che non sono ne troppe ne poche, ma sono semplicemente "quelle", rappresentano diritti assoluti ed intangibili e non solo sono utili ma "basilari" e quindi non modificabili secondo un limite fissato dalla compatibilità economica .
A ben pensarci anche la schiavitù rappresenta  , per il proprietario di schiavi, un  bel margine di compatibilità economica e quindi, secondo Lei, perfettamente sostenibile, ma spero che , ne convenga, dal punto di vista dello schiavo le cose assumano una veste leggermente differente . 
Mi dia ascolto ; si senta pure giustamente adirato per le tante cose in Italia che non vanno per il verso giusto ma si senta anche altrettanto orgoglioso e felice di vivere in una Nazione che , per il momento e non so fino a quando, afferma la prevalenza del "Diritto Costituzionale" sul "Diritto Costituzionale nei soli limiti della Compatibilità Economica ".

Cesare D.G.  



giovedì 14 maggio 2015



L'Isis è la dimostrazione della sconfitta di Internet come ” Intelligenza Collettiva ? “

Forse sarebbe meglio parlare di Imbecillità Collettiva.

Il web sinonimo di democrazia e trasparenza ?
Scherziamo ??
Di democrazia non se ne vede più di prima, e di trasparenza, beh, l'effetto più comune è quello dell'offuscamento cerebrale .

Le menti annebbiate e manipolate non più per la censura, la mancanza di informazioni, quanto piuttosto per l'intasamento, le troppe informazioni.
Da nessuna verità a tantissime “finte  verità” .
Tutto ciò ci viene giornalmente dimostrato nientemeno che dall'Isis, la cui esistenza comunicativa e mediatica non è altro che

“l'11 settembre di Internet, la prima grande sconfitta della rete”.

“La rete”, che avrebbe dovuto portare democrazia, risvegliare le coscienze, liberare l’umanità, si  è trasformata nel più efficace dispositivo per controllare, manipolare, deformare la realtà e, in definitiva, dominare l’Umanità orientandone le scelte.

Sul piano mediatico l’ISIS rappresenta in un certo senso l’11 settembre di Internet, la prima grande sconfitta della rete, così come l’attacco alle Torri Gemelle e ciò che ne è seguito hanno segnato la sconfitta della televisione e la morte del giornalismo televisivo. Perché, se è relativamente semplice contrastare il terrorismo da un punto di vista «tecnico» (basta eliminarlo), non esiste ancora nessun modo per difenderci dalla disinformazione e dalla manipolazione che avvengono attraverso Internet. Nessun modo per arginare i danni che provoca. È questo il vero disastro portato dalla tanto santificata «democrazia digitale» e dai social network.

Riflettiamo : In questo ventennio di proliferazione del web, nessuno nel mondo è stato «trasformato» dalla rete al punto di diventare più cosciente politicamente, più democratico, più civile, più colto, più umano di quanto non fosse prima. Siamo rimasti gli stessi cretini e ottusi di sempre con la sola differenza che ora disponiamo di strumenti che, nelle nostre mani, stanno diventando sempre più pericolosi.
Non è possibile verificare le fonti delle notizie, anzi oggi è perfino più facile creare false fonti di informazione .
Non è più possibile informarsi con certezza, perché in Internet l’informazione viene sommersa da un mare di disinformazione che pretende di avere ( e spesso lo ha…) lo stesso valore, al punto da impedire di distinguere e separare il vero dal falso.

Mentre sulla carta stampata si veniva ingannati una volta, su Internet si può essere ingannati mille volte contemporaneamente.

Qualcuno un tempo sosteneva che la comunicazione interattiva avrebbe sconfitto il potere persuasorio della televisione.
Ebbene si , un video falso  distribuito su media interattivi, proprio a causa della sua viralità, ha un potere persuasorio paragonabile a quello della televisione.

Ma torniamo a quei birbaccioni dell’ISIS .

La sconfitta della rete rispetto all’attacco mediatico dell’ISIS è evidente. Ma questa è solo l’ultima delle battaglie apparenti , mentre la guerra è già stata persa: Twitter e Facebook non ci permettono di vedere i fatti e di collegarli perché contribuiscono solo alla loro frammentazione e, di conseguenza, alla frammentazione della nostra cultura, della nostra morale e della nostra visione del mondo. Sui canali social non possono di certo essere trasferiti saperi filosofici, etici o politici, ma soltanto schegge di essi del tutto scollegate fra loro e decontestualizzate, ridotte a massime lunghe poco più di un tweet.

Poltiglia di saggezza .

La democrazia digitale rende tutti uguali, e tutto uguale. Ma i social media contribuiscono a far perdere l’abitudine di acquisire autonomamente la conoscenza facendola propria ed elaborandola in un sistema coerente, e a prendere invece l’abitudine di ripetere sotto forma di sentenze la conoscenza altrui, senza più alcun contesto di riferimento, ma soltanto sotto forma di citazione.
Ci mancano il nesso e la visione d’insieme che solo lo studio , magari con i vecchi e cari libri, ci consentiva di avere. Tutto diventa idiozia e  insensibilità .

L’ISIS ci insegna giornalmente un mare di cose ma la principale e la “Comunicazione” .
Potrei forse dire : “ Comunicazione del Terrore “.

L'analisi della comunicazione dell'Isis merita una ricerca approfondita .
Dovremmo visionare i  centinaia di video prodotti dallo Stato Islamico, di cui solo una piccola parte sono arrivati ai media occidentali.
Dovremmo studiare questa organizzazione mediatica da fare invidia alle migliori multinazionali mondiali :
Numerose case di produzione - prima tra tutte la famigerata al-Furqan Media - capaci di realizzare telegiornali, riviste, siti internet, oltre a video, trailer, film, persino un canale all-news stile Cnn (Khilafa Live). Tutto, ovviamente, di qualità eccelsa, tutto in Ultra HD meglio di SKY !!!
Oltre alla produzione, però, c'è pure la strategia. Una precisa consapevolezza di come e quando diffondere i messaggi e la massima attenzione alle tempistiche e alla programmazione.

l’ISIS -  utilizza l’unica strategia possibile oggi in un mondo dominato dal marketing : il marketing.

Ne scaturisce una assurda ma veritiera definizione di terrorismo : “….non è nient'altro che “l'utilizzo di un crimine a scopi pubblicitari”.

Ora con l'Isis tutto ciò è diventato ancora più palese anche se esponenzialmente più atroce, in quanto la dose di crimine tende naturalmente ad aumentare “per evitare l’effetto di assuefazione dell’audience”.

Le nostre reazioni di paura e di sconcerto sono la miglior pubblicità per i terroristi e il terrorismo ha bisogno di noi perché, con Internet, i media siamo noi, io , te e quelli come noi  . Per questo motivo, dopo una serie di video con gli sgozzamenti degli ostaggi, i registi dell’Isis hanno pensato di alzare la posta con l’esecuzione ancora più cruenta del pilota giordano .

E così, atrocità su atrocità, sembra di assistere a una gigantesca fiction in cui non c'è più differenza tra realtà e simbolo, fatto di cronaca e citazione della cultura di massa .

Il rapper tagliagole Jihadi John, i trailer e i video che sembrano produzioni holliwodiane, gli effetti speciali, le decapitazioni al rallenty,  i guerriglieri che scimmiottano Sylverster Stallone in Rambo, le grafiche e le soggettive prese pari pari da Call Of Duty, perfino un videogioco stile Gta - prodotto dall'Isis - con i mujaheddin al posto degli yankee.
Tutto è realtà travestita da finzione perchè noi si possa credere , a nostra scelta, se essere nella finzione o nella realtà .



In realtà non c'è uno scontro in atto tra due fazioni contrapposte, non è così semplice, non c'è una guerra di civiltà né di religione.

In realtà non ci sono proprio queste Due Fazioni Contrapposte.
Quello che sta succedendo è uno sbocco coerente, quasi naturale, di certe dinamiche occidentali degli ultimi decenni.

Cos'è la globalizzazione, d'altronde? Tutto il mondo uguale, sullo stesso piano. E ciò vuol dire che c'è - o meglio, stà cercando di imporsi - un Modello Unico, una logica crudele e intollerante in cui c'è un sistema vincente, uno e uno solo, e tutto il resto via, annientato, cancellato. È - letteralmente - un assolutismo. E quindi l'ideologia islamica sunnita salafita, il “fondamentalismo” dell'Isis, è un assolutismo che “ha successo” proprio perchè replica questa stessa logica, seppur in maniera oppositiva, distorta, paradossale e ridicola,  se non fosse purtroppo una tragedia ..

Il programma dell’Isis consiste semplicemente nell’annientamento dell’altro.

Ma quante marche in Occidente oggi fingono un’apparente e «democratica» tolleranza verso l’esistenza di altre marche, quando in realtà il loro obiettivo ideale sarebbe quello di annientare tutti i concorrenti e stabilire la dittatura del proprio prodotto? Non raccontiamoci bugie. Dagli anni Ottanta in poi questa filosofia del mercato si è estesa a tutti gli aspetti della vita comune e l’aggettivo che meglio descriveva il sommo bene, in un mondo alimentato da una guerra continua, è «prodotto vincente», e   solo coloro che prevalgono hanno tutti i diritti, mentre gli altri, ridotti a paria, ne sono estromessi”.

“All’Isis non è restato, dunque, che agire sul piano del senso di colpa per il tradimento che i musulmani moderati e ormai occidentalizzati soffrirebbero verso la loro stessa religione e verso i suoi valori immutabili. E per farlo l’Isis non può che utilizzare il marketing più classico richiamandosi all’Apocalisse, al momento finale del Giudizio divino a cui tutti i musulmani saranno chiamati a rispondere.
Il «marketing dell’Apocalisse» è anche questo: far apparire a tutto il mondo musulmano la necessità di ripristinare alla lettera l’Islam più arcaico come unica alternativa possibile, come scelta obbligata per non far prevalere i valori occidentali. È necessario comprendere che in questo regolamento di conti anche con il resto dell’Islam, l’Isis si pone come un ottimo “prodotto definitivo”, la Candeggina che pulirà il mondo .

Peccato che da quella loro auspicata pulizia resteranno solo candide ossa a biancheggiare al caldo sole del deserto . 


CdG



Ogni giorno  la Chiesa celebra la S. Eucaristia ; La  offre a  Dio  in sacrificio di lode, la dona in cibo ai  fedeli, la  conser...