venerdì 30 maggio 2014



Non perdere il tuo tempo


Chi non comprende i tuoi silenzi
Non ti capirà neanche

Quando parlerai .



Dolce è sentire come nel mio cuore
ora umilmente sta nascendo amore.
Dolce è capire che non son più solo
ma che son parte di una immensa vita
che generosa risplende intorno a me,
Dono di Lui, del suo immenso amore.





Ci ha dato il cielo e le chiare stelle,
fratello sole e sorella luna, 
la madre terra con frutti, prati e fiori,
il fuoco e il vento l’aria e l’acqua pura, 
fonte di vita per le sue creature.
Dono di Lui, del suo immenso amore.




Sia laudato, nostro Signore
che ha creato l’universo intero; 
sia laudato, nostro Signore,
noi tutti siamo sue creature.
Dono di lui, del suo immenso amor.





A spasso con ... il broccolo!!!




Ho letto qualche giorno fa una notizia che definire bizzarra è poco, per me! Riporto l’articolo così come l’ho letto.

Le mode cinesi sono le più bizzarre del pianeta. In questo periodo, sta andando parecchio di moda portare verdure al guinzaglio
Si, avete capito bene.

Tutto nasce dalla necessità di conoscere nuove persone, interagire, fare amicizia e combattere la solitudine. 
La crescita economica della Cina ha spinto verso livelli mai raggiunti prima anche fenomeni come la depressione e l’emarginazione sociale.. Queste iniziative (o meglio, raduni) riescono ad alleviare un po’ il malessere, regalando momenti di allegria e spensieratezza (fonte Yahoo).

Come commentare ciò! 
La notizia lascia senza parole. 

Ricorrere a “strumenti” del genere per superare la difficoltà di conoscersi o di curare condizioni emotive, quali l’emarginazione sociale, a mio avviso, non fa altro che mettere in risalto ancor di più la sofferenza, la solitudine umana che, in questo modo, non fa altro, che crogiolarsi in questo stato di privazioni emotive!

Se veramente si ha del cibo da portare a spasso, perché non utilizzarlo, invece, per donarlo a chi non ce l’ha, in modo tale da rendersi utili per la società e se stessi, potendosi offrire al prossimo bisognoso?!


Calimera

giovedì 29 maggio 2014

Caro amico mi scrivi .......

Parafrasando una vecchia canzone di Lucio Dalla mi accingo a riportare un colloquio tra il Caro Amico Gaetano ed un allievo di una classe del Liceo
inerente l'eterno dilemma tra "Essere ed Apparire" .
Per omogeneità di interpretazione posto prima la nota del Giovane e , successivamente, la esaustiva risposta di Gaetano .

Cosa dire ... Ogni giorno con emozioni come queste e addio Diogenepitagora !!!

Grazie Vale !! 


Fuori tuona ... sarà quel brontolone di Gaetano per dirmi di chiacchierare di meno e lavorare di più .....


Cesare


In risposta a un Giovane

Essere o apparire?


Guardo molto poco la televisione, però quelle poche volte che mi capita di accenderla prendo sempre più coscienza di quanto la pubblicità sia falsa e menzognera. Le aziende ci vogliono fregare, ci inducono tramite spot che trasmettono immagini di esistenze perfette, quindi irreali, a consumare sempre di più prodotti di cui non abbiamo bisogno; la pubblicità infatti è una delle cause del consumismo, una delle più gravi malattie della società contemporanea. Viviamo in un periodo di crisi economica, molte famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese, però mi accorgo con meraviglia che alla maggior parte delle persone non mancano mai soldi per abiti firmati e all’ultima moda, per il cellulare nuovo nonostante quello precedente sia ancora perfettamente funzionante e altre miriadi di oggetti superflui o di comportamenti antieconomici di cui non riusciamo veramente a fare a meno, perché è in queste cose che oggi riponiamo la nostra felicità, ed è proprio quando non abbiamo l’ultimo modello dell’iPhone che ci sentiamo infelici. Da quando si è sviluppato il consumismo siamo diventati schiavi, schiavi di oggetti che non possiamo permetterci e che per questo paghiamo a rate, schiavi perché ci stiamo facendo assalire  dall’omologazione sociale, che fa comprare a tutti le stesse cose, fa pensare nello stesso modo e ci fa sentire parte della società solo perché POSSEDIAMO e non perché SIAMO. Non abbiamo più la libertà di scegliere, di seguire le nostre idee con coraggio ed essere ciò che ambiremmo essere. Ma le scelte sono il manifesto della nostra personalità, ci rispecchiano, allora perché non essere noi stessi indipendentemente da ciò che pensano gli altri? Credo che ognuno di noi proprio perché è diverso abbia qualcosa di unico e speciale dentro di sé da coltivare e da offrire e che non debba mascherarlo con l’apparenza che ci rende tutti uguali. Se è vero che gli opposti si attraggono allora la diversità non dovrebbe allontanarci l’uno dall’altro ma al contrario dovrebbe avvicinarci e arricchire la nostra persona. Con queste riflessioni ho voluto condividere con voi le mie idee perché penso che questo sia un argomento sul quale vale la pena confrontarci e che io reputo molto importante. Grazie.


Matteo D’amore - 3CS



Ciao, Matteo.
Ho letto la tua riflessione e ti esprimo tutta la mia partecipazione, oltre che condivisione, a quanto hai scritto.
Vorrei al riguardo farti partecipe di una mia analisi nel merito, seppure amara.
Il contrasto tra l’essere e l’apparire è molto forte nell’età adolescenziale e in quella universitaria. Quando cioè i sogni e le utopie, di chi si prepara a spiccare il suo volo, ancora non si sono scontrati contro i tanti muri innalzati in quella che una volta era una meravigliosa e vasta vallata fatta per volare liberamente. La creazione sempre più frenetica di bisogni indotti non induce solo al consumismo che, contrariamente a quanto si creda, non ci arricchisce ma ci impoverisce dei bisogni e dei diritti primari.  I bisogni indotti sono come i vuoti vessilli danteschi che vengono inseguiti da orde fanatiche di ignavi. Dante non diede a questi dannati neppure la dignità dell’inferno e si limitò, schifato, a relegarli in un anonimo limbo. Almeno i peccatori dell’inferno hanno ottenuto da dante il rinascimento di un peccato espressione di una propria singola particolarità. Mentre agli ignavi non riconosce alcuna differenza; non sono nulla; è massa omologata che rincorre  forsennatamente il nulla. Sono come quelli descritti nella tua riflessione: prodotti uguali, senza personalità, istruiti a rincorrere obiettivi effimeri, vuoti.
Ebbene, ti racconto che in questi giorni, mentre la televisione ci bombarda di vessilli vuoti, gli studenti stanno lottando per un ideale, e lo faranno sempre senza che alcun manganello potrà farli smettere perché essi sono la speranza dell’utopia, mi è capitato di sentire alcune persone indignarsi per la faccia coperta di sangue di un giovane manganellato sul volto, per la violenza rabbiosa verso chi osava opporsi, per un’informazione pubblica che ripetutamente diceva di cinque poliziotti feriti ignorando le centinaia di vittime tra i giovani che neppure potevano ricorrere alle cure di un pronto soccorso perché lì sarebbero stati identificati e rubricati tra i dissidenti. Ti racconto che ho invece sentito tantissimi, infinitamente tanti, esprimere la loro indifferenza. Altri addirittura li ho sentiti che protestavano contro quei cortei di libera opinione lamentandosi per il disagio sul traffico e delle immagini fastidiose che apparivano sugli schermi all’ora del pranzo. Strano che non si siano mai lamentati allo stesso modo per quelle immagini che, nella stessa ora, mostrano incidenti mortali e guerre a ripetizione. Per non parlare delle immagini di  pubblicità menzognere e droganti che tu ci hai ricordato.
Cosa ne deduco? Che con l’età i sogni svaniscono e che i muri innalzati riescono a imprigionare e contenere le menti fino a non renderle in grado di vedere oltre perdendo di vista i propri ideali. Il pericolo che, con il passar degli anni e poi con l’ingresso nel mondo lavorativo e reale del compromesso, la voglia di volare perda le ali e che gli stessi, che come te hanno urlato contro l’omologazione convinti di batterla, si adattino a strisciare per terra agli ordini della volontà dominante.
Sta a te, Matteo, ora che ancora le tue ali vibrano dalla voglia di volare, avere il coraggio di lanciarti nel vuoto e spiccare il volo e avere la determinazione poi a far di tutto per innalzarti, volare sempre più su, senza lasciarti ammaliare dai canti delle sirene e neppure lasciarti spaventare dalla fatica di un volo difficile e certamente solitario. Dovrai mirare sempre più in alto fino a che le tue ali non ti portino ad oltrepassare i muri e riuscire a vedere oltre. In uno sguardo libero ritrovare il tuo punto di riferimento e dirigersi costantemente e con caparbia verso quello. Non è facile. E’ faticoso. Ma se la tua riflessione, che ho appena letto, è scaturita, come è scaturita, dal tuo cuore ma anche da una rabbia di consapevolezza dell’inganno, hai il dovere oggi e non domani di impegnarti a contrastarla puntando in alto.

Allora la tua stessa vita non sarà banale ma avrà il sapore dell’avventura e sarà appagata. E forse è in questa la felicità.

Scusami la pappardella.

Gaetano  


2.       Caleidoscopio

 

Oggi il cuore è un piccolo caleidoscopio

dimenticato nelle tasche di un bambino.

 

Muta e sfuma in mille forme e colori...

in un inconsapevole e casuale movimento.
 
 
 
Valentina


 

Il Mare d’Inverno

Ho abitato molti anni ad Ostia .
Amavo camminare sulla spiaggia durante l'inverno.
Provavo una sensazione di calma e benessere, in maniera speciale quando il mare era  un po' mosso.
Un giorno di Febbraio di diversi anni or sono incontrai  un vecchio seduto sulla sabbia.
        Stava rivolto verso il mare e teneva tra le mani un foglio di quaderno . Mentre lo fissava assorto  la sua espressione era calma e serena.
Il Vento ricco di salsedine gli accarezzava il volto .
Pensai  stesse leggendo delle poesie, probabilmente scritte di suo pugno. Lo invidiai, immedesimandomi  in lui, nei suoi pensieri, nel suo stato d'animo.
       Cosa lo aveva  spinto ad arrivare sin qui?
Una vita avventurosa ??
Un desiderio mai sopito di libertà ?
Pensai fra me e me : “”Quando avrò la sua età, probabilmente farò la stessa cosa.
Magari mentre osserverò il mare, farò un resoconto della mia vita per valutarne i lati positivi e negativi.
Una sorta di bilancio per affrontare nel miglior modo possibile gli anni che mi rimarranno.
Spinto dalla curiosità mi avvicinai lentamente , senza farmi notare, alle sue spalle.
E lessi il contenuto del  foglio a quadretti :

“Mi chiamo Giancarlo Biasco .
Abito a Ostia in Viale delle Repubbliche Marinare 54 .
Ho l'Alzheimer.

Riportatemi a casa . Grazie.' "


Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia.
Quant'è brutta giovinezza,
frutto della chirurgia.




Per fortuna nel  deserto dei valori nel quale ci hanno spinto ,
per sopravvivere bastano poche gocce d'amore ....






Il gioco di sparare sull'Europa è piaciuto un po’ a tutti .

E chi più ha sparato, più premi ha raccolto ( in termini di voti) .

Una dovuta riflessione penso vada fatta quando però, come è successo, a sparare sull'Europa, siano stati i Partiti tradizionalmente più equilibrati e non quelli nati sull'onda dei movimenti di protesta .


         Infatti, quando i partiti tradizionali accettano il linguaggio anti-europeo, finiscono inevitabilmente per radicare all'interno del normale discorso politico gli argomenti che sono propri di movimenti estremisti. 

      Una volta che i partiti tradizionali, e non dico solo quello della  Merkel, ma anche quelli italiani, austriaci, olandesi, i conservatori francesi e quelli spagnoli, fanno propria una retorica anti-europea e da questa ne traggono consenso elettorale, è poi difficile (se non impossibile ...) farli ritornare indietro verso parole  più pacate ed equilibrate .

           A quel punto nemmeno la eventuale ripresa dell'economia europea, ammesso che sia possibile senza politiche comuni , sarebbe in grado di ricostruire quel  tessuto della fiducia strappato in mille pezzi da questi anni di crisi.

Resta comunque sopravvalutata la compattezza del fronte euro-scettico.

           Al suo interno ci sono infatti due anime opposte: la prima, tipica dei Paesi del Nord, è esplicitamente anti-europea e rifiuta ogni politica di integrazione e di solidarietà, ma la seconda anima, più diffusa nel Sud dell'Europa, protesta invece contro le politiche di austerità e quindi è più disponibile a una strategia di "integrazione solidale" .

Eterno dualismo Nord - Sud ; come a dire : .... Niente di Nuovo ! 


        Non ci resta che confidare nella  capacità politica delle istituzioni comuni, i cui vertici saranno rinnovati nei prossimi mesi, di saper fare leva sulla parte più costruttiva dei movimenti euro-scettici per ridimensionare la parte nazionalista. 

Il Nazionalismo Europeo ha determinato una Guerra Mondiale nel 15' - 18' ...
Il Nazionalismo degli Imperi ha determinato una Guerra Mondiale nel 39' - 43'..

Vorrei tanto che la prossima Guerra Mondiale riguardasse la 

  • Guerra alla Fame ...
  • Guerra agli Integralismi ...
  • Guerra all'Intolleranza ...
  • Guerra alla Segregazione Femminile

CdG


La Tazza .......




Un Maestro Zen stava insegnando ai suoi allievi come gestire le proprie ansie .

Prese una tazza contenente acqua e si avviò per la stanza, in silenzio.

   Tutti si aspettavano una domanda tipo:
“è mezza piena o mezza  vuota ?”

   Ad un certo punto si fermò, alzò la tazza  e chiese ai suoi studenti:
   “Quanto è pesante questa tazza d’acqua?”

   Meravigliati, gli studenti diedero risposte disparate .

Il Maestro rispose: 

 "Il peso assoluto della tazza non importa, 
importa quanto tempo la tieni alzata … 

Un minuto, nessun problema. 
Un’ora, un braccio dolorante. 
Un giorno, paralizza il braccio.
In ognuno di questi tre casi 
il peso della tazza  non cambia. 
Cambia solo il tempo.
Più il tempo passa, più diventa pesante.

Le paure e le ansie  della vostra vita 
sono come la tazza  d’acqua. 
Se si pensa di meno a loro, 
non succede quasi nulla.
Se si pensa di più, il cuore inizia a far male.
Se stai pensando a loro per tutto il tempo,
paralizzano la tua mente.

Quando arrivi a casa la sera, 
lascia fuori le tue preoccupazioni, le tue ansie, i tuoi timori 
Non portarli  con te durante la notte.

Metti giù la tazza !".

Polverone

mercoledì 28 maggio 2014

http://www.youtube.com/watch?v=w67-hlaUSIs&list=RDw67-hlaUSIs&feature=share


Gracias a la vida/Grazie alla vita


Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me dió dos luceros,
Que cuando los habro
Perfecto distingo,
Lo negro del Blanco,
Y en el alto cielo,
Su fondo estrellado,
Y en las multitudes
Al ombre que yo amo
 Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me ha dado el oído,
Que en todo su hancho,
Grava noche y dia
Grillos y canarios,
Martillos Turbinas
Ladridos Chubascos
Y la voz tan tierna
Del que estoy amando


 
Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me ha dado el sonido
Y el abecedario,
Con el las palabras,
Que pienso y declaro
Madre amigo hermano,
Yluz alumbrando,
La ruta del alma
Del que estoy amando


 
Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me ha dado la marcha
De mis pies cansados,
con ellos anduve,
ciudades y charcos,
Playas y desiertos,
Montañas y llanos
Y la casa tuya,
Tu calle y tu patio


 
Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me dio el corazón
Que agita su marco
Cuando miro el fruto
Del cerebro humano,
Cuando miro el bueno
Tan lejos del malo
Cuando miro el fondo
De tus ojos claros


 
Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto,
Me ha dado la risa
Y me ha dado el llanto
Asi yo distingo
Dicha de quebranto
Los dos materiales
que forman mi canto
y el canto de ustedes
que es el mismo canto,
y el canto de todos,
 
que es mi propio canto

Gracias a la vida,
Que me ha dado tanto

Grazie alla vita che
mi ha dato tanto,
mi ha dato due astri
che quando li apro
perfettamente distinguo
il nero dal bianco,
e nell'alto cielo
il suo sfondo stellato,
e tra le moltitudini
l'uomo che amo.

 
Grazie alla vita
che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'ascolto
che in tutta sua apertura
cattura notte e giorno
grilli e canarini,
martelli turbine
latrati burrasche
e la voce tanto tenera
di chi sto amando.


 
Grazie alla vita
che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono
e l'abbecedario
con lui le parole
che penso e dico,
madre, amico, fratello
luce illuminante,
la strada dell'anima
di chi sto amando.


 
Grazie alla vita
che mi ha dato tanto,
mi ha dato la marcia
dei miei piedi stanchi,
con loro andai
per città e pozzanghere,
spiagge e deserti,
montagne e piani
e la casa tua,
la tua strada, il cortile.


 
Grazie alla vita
che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore
che agita il suo confine
quando guardo il frutto
del cervello umano,
quando guardo il bene
così lontano dal male,
quando guardo il fondo
dei tuoi occhi chiari.


 

Grazie alla vita
che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso
e mi ha dato il pianto,
così distinguo
gioia e dolore
i due materiali
che formano il mio canto
e il canto degli altri
che è lo stesso canto

e il canto di tutti
che è il mio proprio canto.
Grazie alla vita
che mi ha dato tanto.

Ogni giorno  la Chiesa celebra la S. Eucaristia ; La  offre a  Dio  in sacrificio di lode, la dona in cibo ai  fedeli, la  conser...