La Grande Illusione
E’ inutile negarlo .
Molti di noi pensavano che la
globalizzazione fosse un processo che ci avrebbe regalato un mondo più aperto al dialogo , più
comprensivo delle ragioni del prossimo e che, pur tra mille storture, fosse l’inizio di una
nuova era di comprensione e tolleranza .
Ma venne l’anno 2001 e la realtà ci
venne sbattuta in faccia .
Il crollo delle Torri gemelle ha
fatto crollare le nostre illusioni .
E da quell'evento ci raccontiamo una storia diversa, sulla
globalizzazione: che pur avendo prodotto alcuni effetti positivi, ci ha lasciato in dote anche
una grande crescita della rabbia, della paura, del sospetto.
C’è chi la chiama “Guerra al
Terrore”, ma à una definizione assurda perché il Terrore è uno strumento
di Guerra e non il nemico da combattere
.
Il nocciolo è che ci è cambiato il
quadro complessivo dello scenario mondiale .
Il Terrore è diventato lo strumento
di una guerra che ci ha trovato impreparati perché guerra “non convenzionale”, perché
“guerra ideologica” .
Ed una guerra ideologica ci ha
posto difronte nemici ideologici e , a nostra volta, noi occidentali siamo
diventati bersagli ideologici, ma tutto questo ha avuto origine , e non
possiamo negarne l’evidenza, dalla politica di sfruttamento, deprivazione, prevaricazione
dell’Occidente sul resto del mondo.
Certamente, possiamo dire che ciò riguardi
più il passato che il presente, ma questo è , e questo resta .
Ed in questo contesto assistiamo
alla crescita delle disuguaglianze: in India il problema non è lo Stato Islamico,
ma la ribellione della casta degli intoccabili.
Quasi ogni giorno si legge sui
giornali di domestici che uccidono i loro padroni.
Per chi vive nella miseria servendo
ed agognando una ricchezza vicinissima, ma che non riuscirà mai ad avere, la
frustrazione è enorme, così come il senso di smarrimento e la perdita di senso
della propria esistenza.
La religione offre una risposta, una speranza,
una alternativa .
Nel caso dello Stato Islamico, una
risposta rabbiosa e prevaricante , ma sbagliamo a considerarlo una specie di
ritorno al medioevo che fa presa sugli emarginati dal capitalismo .
Una lettura diacronica della realtà
attuale - civilizzazione contro medioevo - sarebbe sbagliata.
Lo Stato Islamico ha numerosi
elementi di ipermodernità: a loro modo, la Ummah e il Califfato sono una sorta
di via islamica alla globalizzazione, o un’alternativa all’impero americano. Al
pari di Al Qaeda e dei telebani non sono premoderni, sono moderni quanto noi,
ma posti su un altro binario del pensiero umano.
E’ un binario morto ..??
Sarà solo
il tempo a potercelo dire .
È un binario, però, che attrae a se
personalità complesse e le più disparate tra loro : qualcuno, guardando i
profili dei recenti attentatori europei, ha detto che più che un problema di
ideologia, è un problema di psicopatologia .
Gli attentatori di questi ultimi
giorni sono sicuramente soggetti con qualche tipo di patologia, persi, soli. Ma
sono anche soggetti che, a causa delle loro situazione patologica, sono entrati in
connessione con messaggi e ideologie che, almeno apparentemente, hanno saputo offrire loro una risposta alternativa
al disagio interiore .
l’islamismo è, forse, semplicemente diventato l’alternativa più affascinante ed agevole per chi
si sente alla deriva e ha bisogno di radicalizzarsi per trovare il proprio
posto fuori dall'emarginazione .
La crisi dei Migranti, la crisi
dell’Euro, La Brexit, la crisi dei valori fondanti degli Stati Uniti che ha
portato Trump ad un passo dalla Casa Bianca (per ora …) , tutto questo ci dice che le
crisi sono connesse ed hanno una cornice comune:
- la finanza,
- la polarizzazione della ricchezza,
- le migrazioni,
- il ruolo dell’Europa,
- gli attentati dello Stato Islamico.
Se si vuole capire la globalizzazione, bisogna
provare a leggerla tutta assieme e non, come fanno alcuni politici di casa nostra, spaccando e
lacerando il tessuto dei nostri principi democratici .
Cesare

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