Spesso ho rivolto il pensiero
alla Morte chiedendomi come l'avrei affrontata il giorno in cui mi avrebbe
chiesto il conto e, ripercorrendo la mia esistenza, mi son sempre detto
convinto di poterla accogliere con serenità.
Serenità che nei momenti più
tristi, dalla perdita dei miei genitori a quella delle persone care, è
drammaticamente ed improvvisamente venuta meno ponendomi di fronte ad un
interrogativo: quanto siamo capaci di soffrire?
E questa sofferenza che oggi,
caro Enrico, tu hai rinnovata: tanti, troppi, anni di conoscenza e profonda amicizia ci hanno legati al punto di considerarti parte della mia
stessa esistenza.
Ora che hai deciso
silenziosamente di lasciarci spero che, in questo nuovo meraviglioso viaggio,
vorrai portare anche i nostri ricordi.
Paolo
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