mercoledì 22 giugno 2016




                                               


Spesso ho rivolto il pensiero alla Morte chiedendomi come l'avrei affrontata il giorno in cui mi avrebbe chiesto il conto e, ripercorrendo la mia esistenza, mi son sempre detto convinto di poterla accogliere con serenità.


Serenità che nei momenti più tristi, dalla perdita dei miei genitori a quella delle persone care, è drammaticamente ed improvvisamente venuta meno ponendomi di fronte ad un interrogativo: quanto siamo capaci di soffrire?

E questa sofferenza che oggi, caro Enrico, tu hai rinnovata: tanti, troppi, anni di conoscenza  e profonda amicizia ci hanno legati  al punto di considerarti parte della mia stessa esistenza.

Ora che hai deciso silenziosamente di lasciarci spero che, in questo nuovo meraviglioso viaggio, vorrai portare anche i nostri ricordi.


Paolo

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