mercoledì 6 luglio 2016



.....  per favore,  uscite di casa velocemente ..... 




Il rimorso degli elettori britannici dopo la Brexit; ma chi se lo poteva immaginare ???

Ora che si è materializzata la necessità di negoziare l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea il mondo della politica britannica è sotto shock .

La maggioranza dei parlamentari conservatori è sconvolta dall’esito del referendum, ma questo vale ancora di più per gli elettori favorevoli alla Brexit. Le proporzioni del rimorso negli elettori sono tali che, molto probabilmente, se il referendum dovesse tenersi oggi, l’esito sarebbe probabilmente opposto.
Ma è difficile immaginare che sia convocata una nuova consultazione e, sinceramente, a chi crede nell’Europa, va benissimo così .
Non “Pochi ma Buoni” ma “Pochi ma che ci credano veramente” .

Probabilmente  il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea andrà comunque avanti, anche se a passo di lumaca.

E ciò avverrà anche se è ormai chiaro che la maggior parte delle promesse fatte dai sostenitori del “leave”  sul luminoso futuro del Regno Unito al di fuori dall’Unione europea siano solo menzogne, molto simili a quelle di Salvini e Grillo sull’uscita dall’EURO .

(Italia, attenta al tuo debito pubblico, non scherzare con il fuoco...).

“Ci sono un sacco di cose che sono state dette prima del referendum e alle quali ci piacerebbe poter ripensare”, ha ammesso l’ex ministro conservatore Liam Fox, sostenitore del leave

Un punto sul quale tutti gli aspiranti primo ministro convengono ( … e te credo….) è che il Regno Unito non dovrebbe cominciare a negoziare la sua uscita ora.

Quindi niente Art.50 .

L’articolo 50 è quello che darebbe avvio al negoziato per l’uscita dall'Unione europea. 

Il problema è che non esiste alcun accordo neppure su quello che il Regno Unito dovrebbe chiedere, figuriamoci su quello che potrebbe ottenere.
Probabilmente evitando di dare avvio al negoziato per mesi, Cameron farà sì che, con il passare del tempo, le dolorose conseguenze della Brexit diventino orribilmente chiare.

Ma tutte queste paure e rimorsi riusciranno davvero a invertire il processo?

Gli Inglesi hanno sempre pensato di essere furbi ; Lasciato solo per sei mesi, il Regno Unito potrebbe raggiungere un confuso compromesso con i leader europei che rimanderebbe all’infinito la rottura definitiva. Ma è difficile, molto difficile,  che a Londra vengano concessi sei mesi.

Appare chiaro che l’Unione Europea non darà prova di generosità e pazienza nei negoziati. 

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha già dichiarato al Bundestag che l’Europa non concederà alcuna scelta ai britannici quando cominceranno i negoziati su temi come il commercio e la libera circolazione delle persone. 

“Dobbiamo fare e faremo una grossa differenza tra il paese che vuole essere membro dell’Unione europea e il paese che non lo desidera”, ha detto.

Una differenza che sia monito per tutti .

Sono anni , forse troppi, che gli altri paesi dell’Unione mostrano impazienza nei confronti del comportamento egocentrico del Regno Unito.

Londra è sempre stata una sorta d’intruso che chiedeva l’esenzione da leggi e accordi, sconti sui contributi al bilancio e trattamenti speciali d’ogni tipo.

E anche ora che ha “deciso” di uscire (per così dire), continua a comportarsi allo stesso modo, chiedendo a tutti gli altri di restare in attesa mentre lei risolve i suoi problemi politici interni.

Ma forse non ha capito che il favore più grosso ce lo ha fatto uscendo da una Casa che non è mai stata


                                               La “Sua Casa” .

1 commento:

  1. Chi lo dice ora agli inglesi e all'Europa tutta che il referendum era consultivo e non abrogativo.
    Per l'uscita dell'Inghilterra dall'Europa occorre che il Parlamento Inglese ratifichi il referendum e questa ipotesi non e' ancora certa, dipenderà a mio parere dai vantaggi che avrà la Gran Bretagna a trasformarsi nel più grande paradiso fiscale al mondo, dove verranno canalizzati enormi flussi finanziari, è noto a tutti che nei paradisi fiscali transitano flussi finanziari più o meno leciti.
    L'Inghilterra già ora esercita la propria influenza su altri paradisi fiscali, vedi isole Cayman.
    Nel frattempo i promotori del referendum, a partire da Cameron, si sono dimessi per evitare di dover essere loro a dipanare la complessa situazione che si sta delineando.
    Oltre i problemi con L'Europa debbono affrontare quelli con la Scozia, con l'Irlanda e la grana più grossa con l'America.

    dm51

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