mercoledì 28 febbraio 2018

Ed eccoci al vero punto



Può succedere (anzi è l'unica fattispecie reale) che la norma prevista dalla Sig.ra Raggi, imponga dei limiti alle nuove macchine, mentre poi la libera circolazione dei veicoli vecchi li oltrepassi, mandando in allarme il termometro cittadino di Roma Capitale . Non è sbagliato parlare di termometro, perché le emissioni dei veicoli sono come sappiamo in ottima e abbondante compagnia: quelle prodotte dalla combustione dei riscaldamenti. Tornando però alle vituperate automobili, forse è il momento di far emergere il vero punto. Non tutti i veicoli diesel sono responsabili delle stesse emissioni. Come sappiamo (e chi non lo sapeva adesso lo sappia) un Euro6 emette polveri sottili (PM 10 e 2,5) circa 28 volte meno di un Euro 0 o 1. Che in pratica significa che basta fermare un'auto vecchia per consentire a 28 nuove di circolare. Allora, quando si legifera a cavolo ponendo il limite delle Euro 6 per le auto vendute, perché viene invece lasciata piena libertà a quelle molto obsolete? Perché il legislatore, o chi per lui,  non trova il modo (e forse il coraggio) di intervenire limitando la circolazione di chi inquina davvero? Magari, se non vietandola tout court, stabilendo un certo limite di km/anno. Non sarebbe né difficile né costoso con le moderne tecnologie, e neppure con le vecchie. Certo, dovrebbe poi rendere più accessibile l'acquisto di un usato recente o di un'auto nuova. La salute è un bene collettivo, non gratis.
La materia in gioco non è tanto quella delle flotte, che hanno in pancia milioni di veicoli diesel iscritti ad un ceto valore residuo, perché da un lato hanno fiutato da tempo l'aria che tira e hanno adottato i correttivi e, dall'altro, sanno che se dovessero diminuire oltre le previsioni i valori residui della macchine diesel, aumenterebbero quelli dei mezzi a benzina, che pure possiedono. Sul tavolo ci sono piuttosto due interessi dei cittadini. Da una parte quelli che hanno un'auto vecchia e non vogliono essere discriminati. Dall'altra quelli che hanno acquistato un'auto Euro 5/6 e non vogliono essere privati del diritto ad usarla, per colpa degli altri. Qualsiasi intervento politico scontenterebbe qualcuno, ma nessun intervento scontenta tutti.
Infine, un ultimo sassolino. Sarebbe il momento di smettere di affermare che l'industria automobilistica sia sotto pressione per lo scandalo del diesel-gate, quando 3 anni fa macchine Euro 5 piuttosto pulite vennero vendute dichiarando che inquinavano ancor meno - e per fortuna nessuno si fece male. Lo scandalo c'è stato, è stato circoscritto e pene e rimedi sono stati stabiliti. Fine della pressione. 

Fuor di malizia (perché a pensar male si fa peccato…), continuare a parlarne mi fa sorgere il sospetto che il bersaglio non fossero quelle Euro 5 troppo incipriate, ma la tecnologia diesel nel uso insieme, ossia l'industria europea dei propulsori.





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