mercoledì 17 giugno 2015



E Io ti faccio causa ......


 Da qualche anno, ormai, sono andato in pensione e mi dedico, come attività principale a fare il “Nonno a tempo pieno”.
Tuttavia non posso negare , vista la mia precedente quarantennale esperienza nel settore bancario, di aver ricevuto, specialmente da ex colleghi inseriti nel ramo, alcune proposte di lavoro che, oserei dire , definire “stravaganti” , è dire poco .
Una di queste riguardava un ruolo professionale di “Procacciatore alle Liti”, in ogni settore ma specialmente “Bancarie”, “Condominiali” e di “Malasanità” .

Si è sviluppato in Italia un vero e proprio “business del contenzioso”. Una serie di personaggi , spesso non particolarmente professionali va in giro per aziende e famiglie proponendo di fare causa :

  • alle banche per la restituzione di competenze che loro asseriscono essere illegittime ;
  • alle strutture mediche per presunti casi di malasanità ;
  • alle amministrazioni condominiali per presunti danneggiamenti ;


Il primo business consiste nel vendere la perizia tecnica di parte che dovrebbe quantificare questi importi dei quali chiedere il risarcimento .

Una perizia che viene proposta a prezzi anche cinque volte superiori rispetto a quello che potrebbe essere un prezzo corretto. Ciò è dovuto al fatto che , come ho scoperto personalmente, molte di queste strutture sono costruite col sistema del network marketing, e quindi su ogni cliente acquisito devono guadagnare

  • il perito,


  • il procacciatore


  • ed anche una serie di "managers aziendali".


Un sistema da vent'anni già di moda per la vendita a casaccio di pseudo - polizze, in banca, alla posta, in assicurazione, tutte con risultati sempre disastrosi per i clienti.

Il secondo business consiste poi nell'effettuare la vera e propria azione legale e quindi tutte le parcelle professionali connesse (puntando in particolare sulle transazioni). 
Il tema delle controversie giudiziarie è un tema molto complesso che vede un groviglio giurisprudenziale nel quale non è facile districarsi, ma certe tesi sono così palesemente infondate o così malamente portate avanti che non sono più così isolati i casi nei quali i giudici condanno il cliente che ha fatto causa , non solo al pagamento di tutte le spese processuali (cioè quelle proprie, ma anche quelle specifiche ) ma anche ad un importo aggiuntivo dovuto alla “lite temeraria” ex art. 96 del codice di procedura civile. 
Purtroppo ci sono in giro persone (e, purtroppo, anche avvocati che fanno le cause) che propongono ridicole tesi per ingolosire le persone su fantomatici risarcimenti . 
Recentemente, alcuni tribunali di prime cure si sono espressi condannando l'attore non solo al pagamento di tutte le spese legali, ma anche al pagamento di una sanzione ex. art. 96 del codice di procedura civile per lite temeraria


Il tribunale di Padova, nelle sentenza n. 739 del 10-03-2015 scrive parole pesanti:

“Tale condotta processuale merita di essere opportunamente sanzionata ex art. 96 c.p.c. anche in considerazione del fatto che, tale modo di affrontare la materia bancaria, denota la volontà di creare un contenzioso seriale in questa materia che è invece estremamente tecnica e complessa e che, colpa anche la gravissima congiuntura economica che ha colpito le famiglie e le imprese, meriterebbe di essere trattata con un diverso approccio.”

Da queste parole, e dal resto della sentenza, appare chiaro che il bersaglio del Giudice non è stato tanto e solo la singola causa, quando il “business del contenzioso bancario” di cui ho detto in apertura. 
Il caldo consiglio che rivolgo agli amici  è quello di stare particolarmente attenti a dare mandato per azioni legali perché le eventuali spese legali, ed anche le eventuali sanzioni per lite temeraria sono in prima istanza a carico dei clienti... 

Cesare

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