E Io ti faccio causa ......
Da qualche anno, ormai, sono
andato in pensione e mi dedico, come attività principale a fare il “Nonno a
tempo pieno”.
Tuttavia non posso negare ,
vista la mia precedente quarantennale esperienza nel settore bancario, di aver
ricevuto, specialmente da ex colleghi inseriti nel ramo, alcune proposte di
lavoro che, oserei dire , definire “stravaganti” , è dire poco .
Una di queste riguardava un
ruolo professionale di “Procacciatore alle Liti”, in ogni settore ma
specialmente “Bancarie”, “Condominiali” e di “Malasanità” .
Si è sviluppato in Italia
un vero e proprio “business del contenzioso”. Una serie di personaggi , spesso non particolarmente professionali va in
giro per aziende e famiglie proponendo di fare causa :
- alle banche per la restituzione di competenze che loro asseriscono essere illegittime ;
- alle strutture mediche per presunti casi di malasanità ;
- alle amministrazioni condominiali per presunti danneggiamenti ;
Il primo business consiste nel vendere la perizia tecnica di
parte che dovrebbe quantificare questi importi dei
quali chiedere il risarcimento .
Una perizia che viene proposta a prezzi anche cinque volte
superiori rispetto a quello che potrebbe essere un prezzo corretto. Ciò è
dovuto al fatto che , come ho scoperto
personalmente, molte di queste strutture sono costruite col sistema del
network marketing, e quindi su ogni cliente acquisito devono guadagnare
- il perito,
- il procacciatore
- ed anche una serie di "managers aziendali".
Un sistema da vent'anni già di
moda per la vendita a casaccio di pseudo - polizze, in
banca, alla posta, in assicurazione, tutte con risultati sempre disastrosi per i clienti.
Il secondo business consiste poi nell'effettuare la vera e
propria azione legale e quindi tutte le parcelle professionali connesse
(puntando in particolare sulle transazioni).
Il tema delle controversie
giudiziarie è un tema molto complesso che vede un groviglio
giurisprudenziale nel quale non è facile districarsi, ma certe tesi sono così
palesemente infondate o così malamente portate avanti che non sono più così
isolati i casi nei quali i giudici condanno il cliente che ha fatto causa , non solo al pagamento di tutte le spese
processuali (cioè quelle proprie, ma anche quelle
specifiche ) ma anche ad un importo aggiuntivo dovuto alla “lite
temeraria” ex art. 96 del codice di procedura civile.
Purtroppo ci sono in giro
persone (e, purtroppo, anche avvocati che fanno le cause) che propongono
ridicole tesi
per ingolosire le persone su fantomatici risarcimenti .
Recentemente, alcuni
tribunali di prime cure si sono espressi condannando l'attore non solo al pagamento
di tutte le spese legali, ma anche al pagamento di una sanzione ex. art. 96 del
codice di procedura civile per lite temeraria.
Il tribunale di Padova, nelle sentenza n. 739 del 10-03-2015
scrive parole pesanti:
“Tale condotta processuale merita di essere
opportunamente sanzionata ex art. 96 c.p.c. anche in considerazione del fatto
che, tale modo di affrontare la materia bancaria, denota la volontà di
creare un contenzioso seriale in questa materia che è invece
estremamente tecnica e complessa e che, colpa anche la gravissima congiuntura
economica che ha colpito le famiglie e le imprese, meriterebbe di essere
trattata con un diverso approccio.”
Da queste parole, e dal resto della sentenza, appare chiaro
che il bersaglio del Giudice non è stato tanto e solo la singola causa, quando
il “business del contenzioso bancario” di cui ho detto in apertura.
Il caldo consiglio che rivolgo agli
amici è quello di stare particolarmente attenti a dare mandato per
azioni legali perché le eventuali spese legali, ed anche le eventuali sanzioni
per lite temeraria sono in prima istanza a carico dei clienti...
Cesare

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