Carissimi,
in attesa di rivederci vi allego alcune
riflessioni nate in seguito a uno scritto redatto su un progetto artistico
focalizzato sulla casa e soprattutto sul #restareacasa.
Dall'articolo che ho pubblicato con la
rivista con cui collaboro sono sorte poi alcune considerazioni sul senso di
vivere la casa trasformando lo stesso concetto di abitazione in un invito al
cambiamento di una forma mentis votata all'essenzialità e alla (r)esistenza.
Lo scritto che vi allego è corredato
dall'immagine di una casa che ho realizzato graficamente in un concetto anche
alchemico che gioca sui colori trasmutativi a noi ben noti.
Spero che, al di là della casa, si possa
davvero viaggiare e andare oltre in una visione non limitata dello spazio nel
quale ora siamo co_stretti ma che con forza, volontà e immaginazione possiamo
allargare all'infinito.
Vi abbraccio
Amalia
CASA mentis: una forma di (r)esistenza
Ogni dimora è
un candelabro dove ardono in appartata fiamma
le vite.
Jorge Luis Borges
La casa, mai come
ora, spazio e tempo delle nostre riflessioni, dimora di (r)esistenza
all’interno della quale ricreare e progettare sé stessi, agire per cambiare
affinché la fiamma della vita non affievolisca ma torni ad ardere, trasformata
e rinnovata.
Il ‘restare a casa’
in un senso mantrico risulta davvero uno strumento di pensiero, un pensiero che urge raccogliere e trasformare in azione
essenziale e (r)esistenziale.
In questo momento, la casa ci apre a una diversa
dimensione di vita all’interno della quale la libertà, fisicamente limitata, risulta in realtà una sfida ad agire e lavorare in
un’altra direzione, forse più autentica, sincera e umana.
Smettere di
rincorrere quell’io che pensiamo di essere e iniziare a osservare tutto ciò che non siamo, edificare una nuova dimora, laddove l’essere
inizia a esistere nella sua vera
forma.
La casa mentis è la nostra sfida presente ma
anche la possibilità unica di riscoprire un differente modus operandi e vivendi.
Auto-progettare la
propria casa/vita stimolando una visione più profonda verso sé stessi
e la propria condizione di (r)esistenza. All’interno dello spazio domestico la vita passata riaffiora come un album
di ricordi, ci si attacca al senso di ciò che
è stato, la memoria diviene identità addomesticata, il collante di
innumerevoli pezzi prima dispersi e poi poco alla volta riuniti, un’unicità di
senso e significati che ci riporta a noi stessi, oltre la nube dell’oblio, a
ciò che eravamo e siamo, originariamente Uno.
Ecco che tra le mura
riusciamo a vedere quello spiraglio di meraviglia, la casa come momento di
rinnovamento, la nostra pelle, l’involucro alchemico di un percorso verso la
luce.
Ma spetta a noi
decidere come agire, la volontà di farlo davvero partendo nudi dalla nostra
terra, dalla tradizione e dai ricordi che, seppur ora appaiano quasi sbiaditi,
restano comunque certezze alle quali ancorarsi per non rischiare di perdersi
nell’intricato labirinto di un’attualità surreale che, diversamente dalla
connotata leggerezza che contraddistingue il termine, sembra quasi non permetta
alcuna visione di un immaginario possibile.
E allora quel ‘restare
a casa’ assume il senso profondo e pieno della (r)esistenza attiva, un’esortazione a non cedere e ad
auto-progettare una forma mentis rinnovata
che stimoli la creatività e alimenti
la fiamma interna
del talento.
Trasformare il colore, la forma e la stessa
sostanza della nostra casa mentis in altro,
per andare ben oltre la stessa, scoprire
la vera dimora di sé stessi
attraverso la rinascita aurea e il senso meditato di una consapevolezza reale.
Ed è cosi che i muri
diventano finestre al di là delle quali imparare a riconoscersi e a vedere
oltre uno spazio definito, nuove e infinite possibilità di essere e (r)esistere.
Amalia D.L.


Grazie Amalia . Ripensare alla casa , la propria casa, in chiave intima ed esoterica nello stesso tempo, arricchisce la "nostra casa" di una nuova stanza segreta; una stanza che non sapevamo di avere e di cui tu ci hai aperto la porta .
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