giovedì 30 aprile 2020

Ricerca del Tempo nel tempo





P   R   I   M   A
   

Tutto corre e niente invecchia; c'è la possibilità di fare tutto e non c'è il tempo di fermarsi su niente; non c’è nessuna distanza, ma non si apprezza realmente la vicinanza.

I giovani corrono senza fermarsi e gli anziani (che non invecchiano) ricordano con una certa nostalgia i tempi in cui ogni tanto ci si fermava. 

I giovani hanno tutto a portata di mano (o meglio di ‘click’); volano con aerei in paesi lontani, fanno arrivare merci dall'altra parte del mondo e possono avere amici in tutto il globo vedendoli ogni giorno dentro uno schermo.

Gli anziani li guardano, cercando di non invecchiare anche loro e riuscendo, in effetti, a non sentire più di tanto i limiti del corpo. Mantengono, però, una certa perplessità davanti alle corse sfrenate e ai viaggi nel mondo. Preferiscono passeggiare nei sentieri e nei boschi di sempre che, nonostante la loro apparente monotonia, nascondono sempre nuove, infinite ricchezze e bellezze.

Cercano il dialogo con gli inarrestabili ragazzi che ogni tanto si fermano, ma gli anziani proprio non riescono a capire, o forse a volte non vogliono capire. Da parte loro, i giovani si stancano velocemente delle incomprensioni.

Devono ripartire subito, non possono stare fermi. Devono salvare il mondo; ogni giorno. Tenendo il globo intero in una mano a portata di click, si sentono responsabili verso tutti e verso tutto. 
                                 
Ma, senza rendersene conto, non verso se stessi !




D    O    P    O


Ma il click da solo non basta più, ahimè, con il virus che è arrivato aggressivo e implacabile. I giovani e gli anziani si sono ritrovati ora, improvvisamente, tutti insieme, gli uni accanto agli altri.

Rinchiusi negli stessi limiti e confini, limitati nei loro corpi e nelle loro nature, impotenti di fronte all'inarrestabile natura.

Si sono ritrovati vicini, nella quiete più assoluta, nel la vicinanza più silenziosa, ma senza potersi né toccare né sfiorare. I giovani ora si son fermati; gli anziani sono improvvisamente invecchiati, consapevoli delle effimere promesse di una giovinezza eterna. 

Ora tutti devono trattenersi, senza distinzioni, considerando con rispetto le reali fragilità di tutti, per salvare gli altri e sé stessi. 

Tutto si ferma e la quiete del mondo impone un chiasso assordante di noia e incertezza.

Gli uomini, e in particolar modo i giovani, timidamente si avvicinano a questa quiete senza sapere come affrontarla. 

Tra quattro mura si provano e si scoprono creatività inaspettate: suonare uno strumento, preparare il pane in casa, costruire mondi leggendo libri, scoprire universi nella vicinanza con i propri familiari. 

Eppure, la fantasia non si accontenta di queste quattro mura. Guardando fuori e vedendo parchi e boschi in lontananza sente una nostalgia strana. Una malinconia sconosciuta, per una natura che in realtà non si è mai conosciuta. 

Ma c’è chi possiede questa conoscenza: sono soprattutto i vecchi saggi naturali, che hanno goduto di una natura ricca e generosa, prodiga e sapiente, che ha saputo quando e come fermarci. 

Questi saggi anziani ci possono insegnare ad ascoltare  e a riscoprire questa natura; che aspetta lì fuori, ferma ma trepidante. Da questa quiete imposta dal virus, quindi, si potrebbe imparare a sostare più a lungo. 

Così, quando la pandemia sarà passata, saremo pronti.

Quando potremo uscire di nuovo lì fuori, saremo in grado di scoprire che le ricchezze più grandi non stanno solo nel continuo superamento di limiti ricercato dalle corse dei giovani, ma anche (e talvolta soprattutto) nei più lenti e silenziosi passi della natura e dei “saggi naturali”: passi inesorabili, inarrestabili e davvero senza limiti.


    

"Preghiamo oggi per gli anziani (...)  
Loro sono le nostre radici, la nostra storia; loro ci hanno dato la fede, la tradizione, il senso di appartenenza, una Patria. Preghiamo per loro perché il Signore gli stia vicino in questo momento."

(Omelia del Santo Padre durante la Messa del 14 Aprile 2020 a Santa Marta)
                               
 

 E, aggiungo io, stiamogli vicino anche noi.
                                                       
                                                   Nella giusta maniera!!!

Sergio M.      

                                    

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