Riflettevo, spinto da questa
quarantena forzata, su alcuni passaggi
del libro di Milan Kundera “L’insostenibile leggerezza dell’essere” e
specificatamente sull’intreccio di quel quartetto di vite dei personaggi
principali, libere nella loro mente di
vivere una complicità passionale, trascendente dalla realtà del momento in cui essa si
sviluppa.
Forse il passaggio chiave del
romanzo è quando il personaggio centrale Tomáš pubblica una storia di Edipo che
decide di non ritrattare difronte alle pressioni del regime comunista
negazionista, pagando il suo fermo atteggiamento con l’esilio in Francia, così rinunciando a quell'ideale di libertà che per
lui era “l’amare in maniera irrazionale”...
Come tratti per una riflessione
più intima e profonda, riporto uno stralcio di un commento al romanzo della
professoressa di storia e filosofia Antonietta Pistone, in cui la docente ne
ritrae l’aspetto, per me più interessante, del pensiero di Kundera e del suo romanzo, interpretazione molto profonda e per certi tratti, a mio modo di vedere,
esoterica :
"La vita è una beffa!
La vita è
una spirale: e quella spirale è la storia, il
tempo, l’attimo in cui si è gettati, come sostiene Heidegger ne L’abbandono…
Ciononostante non si è mai
stanchi di credere, di sperare, di lottare, di gioire, di amare e di soffrire.
Qualora si pongano obiettivi
ragionevolmente possibili si lotta per la loro realizzazione, in libertà e
responsabilità.
Si sceglie ancora una volta la
pesantezza, la fatica, l’impegno per prodursi.
Ma anche la pesantezza è
sopportabile fino ad un certo punto, e si ricade nella insostenibile
leggerezza.
L’esistenza si arricchisce nel
movimento, e l’uomo si carica di dubbi, incertezze, precarietà, scelte.
La libertà è sia la possibilità
di scegliere, non solo tra due differenti alternative, che lo sforzo di ergersi
signori e padroni della propria vita...."
Luca M.M.

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