mercoledì 29 novembre 2017

       Per non dimenticare ....

       Una "Crostata" costata cara a tutti gli Italiani ....


Era il 18 giugno 1997: la commissione Bicamerale per le riforme istituzionali, presieduta da Massimo D'Alema, rischiava di finire in un vicolo cieco.
A casa di Gianni Letta, alla Camilluccia a Roma, vennero allora invitati lo stesso D'Alema (Pds) e Franco Marini (Ppi) per l'Ulivo; Berlusconi (Forza Italia) e Gianfranco Fini (An) per il Polo.
Attorno alla crostata che, secondo una tradizione mai ufficialmente confermata, venne preparata dalla signora Letta come dolce per chiudere il pasto ottenendo l'unanimità dei consensi, fu raggiunto un patto: governo di tipo semipresidenziale e legge elettorale maggioritaria a doppio turno.
Nel cosiddetto "patto della crostata" D'Alema si impegnava a non spingere sulla legge sul conflitto di interessi e Berlusconi , in cambio, lasciava proseguire i lavori della Bicamerale fino all'accordo finale.
Secondo questa versione, D'Alema si sarebbe impegnato a non fare andare in porto una legge sulla regolamentazione delle frequenze televisive: a tale fine si sarebbe prestato l'allora presidente della ottava Commissione permanente del Senato, Claudio Petruccioli, non calendarizzando l'esame degli articoli del disegno di legge n. 1138 per tutta la XIII legislatura. Tale legge infatti avrebbe costretto il gruppo Mediaset a vendere una delle proprie reti (in tal caso avrebbe scelto probabilmente la meno importante, Rete 4). Inoltre, in quel periodo, Mediaset era in procinto di quotarsi in borsa, e una legge di quel calibro avrebbe fatto calare a picco il valore delle azioni. L'eventuale prezzo che l'altro contraente (Silvio Berlusconi) avrebbe promesso come merce di scambio non è , ad oggi, mai stato reso noto.
Erano i tempi della ormai mitica Bicamerale che doveva cambiare il volto istituzionale e politico italiano.
Come andò a finire ?
Con D’Alema e Berlusconi come volete che finisse se non “ A schifio”?
La Bicamerale partorì un testo di riforma organica che venne però letteralmente sommerso dagli emendamenti: 42mila.
La rottura arrivò sui poteri di scioglimento delle Camere da parte del capo dello Stato.
Berlusconi si chiamò fuori, Fini lo seguì. DAlema criticò il Cavaliere («insegue disegni neocentristi» fu l’accusa) e rinviò la bozza.
Il 2 giugno 1997 la Bicamerale chiuse i battenti.

Berlusconi si tenne le sue reti televisive a titolo gratuito e l’Italia le sue solite supposte nel suo solito posto .

.... E DOPO 20 ANNI ECCOLI ANCORA LI' A PARLARE DI "CAMBIAMENTO" .....



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