Per non dimenticare ....
Una "Crostata" costata cara a tutti gli Italiani ....
Era il 18 giugno 1997: la
commissione Bicamerale per le riforme istituzionali, presieduta da Massimo
D'Alema, rischiava di finire in un vicolo cieco.
A casa di Gianni Letta, alla
Camilluccia a Roma, vennero allora invitati lo stesso D'Alema (Pds) e Franco Marini
(Ppi) per l'Ulivo; Berlusconi (Forza Italia) e Gianfranco Fini (An) per il
Polo.
Attorno alla crostata che,
secondo una tradizione mai ufficialmente confermata, venne preparata dalla
signora Letta come dolce per chiudere il pasto ottenendo l'unanimità dei
consensi, fu raggiunto un patto: governo di tipo semipresidenziale e legge
elettorale maggioritaria a doppio turno.
Nel cosiddetto "patto
della crostata" D'Alema si impegnava a non spingere sulla legge sul
conflitto di interessi e Berlusconi , in cambio, lasciava proseguire i lavori
della Bicamerale fino all'accordo finale.
Secondo questa versione,
D'Alema si sarebbe impegnato a non fare andare in porto una legge sulla
regolamentazione delle frequenze televisive: a tale fine si sarebbe prestato
l'allora presidente della ottava Commissione permanente del Senato, Claudio
Petruccioli, non calendarizzando l'esame degli articoli del disegno di legge n.
1138 per tutta la XIII legislatura. Tale legge infatti avrebbe costretto il
gruppo Mediaset a vendere una delle proprie reti (in tal caso avrebbe scelto
probabilmente la meno importante, Rete 4). Inoltre, in quel periodo, Mediaset
era in procinto di quotarsi in borsa, e una legge di quel calibro avrebbe fatto
calare a picco il valore delle azioni. L'eventuale prezzo che l'altro
contraente (Silvio Berlusconi) avrebbe promesso come merce di scambio non è ,
ad oggi, mai stato reso noto.
Erano i tempi della ormai
mitica Bicamerale che doveva cambiare il volto istituzionale e politico
italiano.
Come andò a finire ?
Con D’Alema e Berlusconi come
volete che finisse se non “ A schifio”?
La Bicamerale partorì un testo
di riforma organica che venne però letteralmente sommerso dagli emendamenti: 42mila.
La rottura arrivò sui poteri
di scioglimento delle Camere da parte del capo dello Stato.
Berlusconi si chiamò fuori,
Fini lo seguì. DAlema criticò il Cavaliere («insegue disegni neocentristi» fu l’accusa) e rinviò la bozza.
Il 2 giugno 1997 la Bicamerale
chiuse i battenti.
Berlusconi si tenne le sue
reti televisive a titolo gratuito e l’Italia le sue solite supposte nel suo solito
posto .
.... E DOPO 20 ANNI ECCOLI ANCORA LI' A PARLARE DI "CAMBIAMENTO" .....
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