sabato 22 novembre 2014



LE LEGGI DI PULCINELLA CHE RIDENDO CI DICONO LA VERITA' 

"La Legge di Peter"

è una tesi, solo apparentemente paradossale, che riguarda le dinamiche di sviluppo della  carriera all'interno di ogni organizzazioni gerarchica.

     Noto anche come principio di "incompetenza al livello superiore" , esso fu formulato nel 1969 dallo psicologo canadese Laurence J. Peter, in un libro dal titolo The Peter Principle, pubblicato nel 1969 in collaborazione con l'umorista Raymond Hull.

       Il saggio, probabilmente nato per una sorta di satira sulla intera struttura del mondo del lavoro nella cultura occidentale,   ebbe una notevole fortuna letteraria e ha conosciuto numerose edizioni e traduzioni.

Il principio illustrato dal saggio descrive in termini satirici gli effetti dei meccanismi che governano la carriera aziendale dei lavoratori, evidenziandone i risultati paradossali.
Esso può essere concisamente formulato come segue:

« In una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza »

Il principio di Peter va inteso nel senso che, in una gerarchia, i membri che dimostrano doti e capacità nella posizione in cui sono collocati vengono promossi ad altre posizioni.

         Questa dinamica li porta a raggiungere, di volta in volta, nuove posizioni, in un processo che si arresta solo quando accedono a una posizione poco congeniale e per la quale non dimostrano di possedere le necessarie capacità: tale posizione è ciò che gli autori intendono per
                      «livello di incompetenza»,
raggiunto il quale la carriera del soggetto si ferma definitivamente, dal momento che viene a mancare ogni ulteriore spinta per una nuova promozione.

A fronte di questo principale assunto, si vengono a formare diversi corollari :

« Con il tempo, ogni posizione lavorativa tende a essere occupata da una persona che non ha la competenza adatta ai compiti che deve svolgere. »

« Tutto il lavoro viene svolto da quelle persone che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza. »

E, applicando il principio di Peter in senso più generale :

« Ogni cosa che funziona bene per un particolare compito verrà utilizzata per altri compiti sempre più difficili, fino a che si romperà e non funzionerà più . »



La Legge di Murphy

La Legge di Murphy è tutt’altro che nuova (è nata nel 1949 – ma naturalmente era vera, e dimostrata dai fatti, anche migliaia di anni prima). Non è mai stata enunciata come “legge” scientifica, ma ha avuto un’infinità di varianti e corollari (talvolta solo umoristici, spesso concretamente e drammaticamente significativi).
La "Legge di Murphy"  afferma che :
"Se qualcosa può andare storto lo farà – nel momento peggiore possibile " .

In una nazione come l'Italia . caratterizzata da gestioni politiche frettolose e  pasticciate i suoi effetti tendono a moltiplicarsi.



La Legge di Parkinson

La Legge di Parkinson (1958) spiega come "Un’organizzazione cresca indipendentemente dalla quantità di lavoro che deve svolgere" .

In un’epoca in cui le riduzioni di personale sono un frequente strumento per far crescere i profitti (e le fusioni, acquisizioni o concentrazioni si traducono  sempre in “tagli” di struttura) accade anche il contrario: cioè che le dimensioni delle organizzazioni diminuiscano per motivi non funzionali – e spesso senza correggere il sovraccarico di funzioni inutili e ingombranti.
     Questa bizzarra mescolanza di bulimia e anoressia è uno dei malanni più gravi che affliggono le organizzazioni italiane sia pubbliche che  private.


Le Leggi di Cipolla

Infine... ci sono le “Leggi fondamentali della stupidità umana” così ben definite nel 1988 da Carlo Cipolla. È sempre stato evidente che la stupidità è la più grande forza propulsiva da cui sia mai stato afflitto il genere umano. La sua forza distruttiva viene oggi aggravata da una “cassa di risonanza” mondiale per cui qualsiasi sciocchezza, se ripetuta abbastanza spesso, assume l’apparenza di un’indiscutibile verità.

E cosa altri non è "Internet" se non questa possibile cassa di risonanza della stupidità ?

Sta a ognuno di noi valutare come difenderci non solo dai mostruosi danni che produce la stupidità altrui, ma anche dalle conseguenze di quella personale stupidità da cui tutti, in qualche modo, siamo più o meno afflitti ( io per primo) .

Lo stupido più pericoloso è quello che non si accorge di esserlo.

E quando la stupidità umana viene moltiplicata ciecamente dalle tecnologie...allora sono guai seri !!

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