Parte 2^
Ritorno brevemente sulla situazione Islamica
Internazionale .
Perché è tanto difficile combattere la Jihad del
Terrore ??
Perché è una Multinazionale del Terrore che non è
mai stata così pericolosa e tanto divisa .
Ed è proprio questa frammentazione e
contrapposizione che la rende così difficile da combattere.
La vecchia al Qaida, quella di Bin Laden che faceva
i proclami in tenda e con il mitra vicino, è andata da tempo in soffitta,
rottamata velocemente come lo sono state le vecchie Cassette in VHS che venivano recapitate
ad Al Jazira .
Era solo ieri ma ci sembra 30 anni or sono …
Che Bin Laden fosse pericoloso è innegabile ma non
possiamo dimenticarci le sue ultime immagini, con il televisorino vecchio ed i
fili pendenti .
Quel televisore era fuori del tempo e così ci è
apparso Bin Laden prima di sparire dal palcoscenico .
E non possiamo scordarci come i vecchi proclami
degli esponenti di al Qaida fossero sempre ricchi di citazioni del Corano ;
questo a ricordarci come coloro che parlavano fossero comunque ispirati e
conoscitori dei Sacri contenuti .
In un filmato più della metà del tempo era dedicato
alle citazioni religiose e solo alla fine si enunciavano minacce,
rivendicazioni e proclami .
Vorrei dire che, mi si perdoni l’ardire, dai filmati
traspariva, oltre al terrore e l’odio , anche una cultura religiosa di fondo che quasi stemperava le minacce .
Oggi è tutta un’altra storia .
L’ISIS non ha tempo e non vuole sprecarne .
Perché minacciare se può prima agire, fare e terrorizzare e ( solo poi …) parlare ??
Al Qaida aveva obbiettivi da colpire, l’ISIS ha il
mondo nella sua interezza, Islamici “non allineati” compresi .
I Terroristi di Al Qaida erano, al confronto, una
sorta di pericolosissima ma variegata, Armata Brancaleone .
L’ISIS usa il nero in una sola unica sfumatura perché
vuole terrorizzarci dandoci l’idea di
una "Marea Nera" che avanza inarrestabile .
Usa le Morti di Massa e le decapitazioni quotidiane
come nel medioevo si usavano le Cornamuse : Terrorizzare il Nemico, assordandolo per renderlo
incapace di reagire .
E noi stiamo sbagliando strategia globale di
approccio al problema .
I Terroristi nelle nostre città sono metastasi di un
unico tumore che si chiama Jihad ma che, almeno per il momento, si è collocato
con differente efficacia in due punti differenti del globo :
In Africa e in Medioriente .
Impegnati su due fronti disperdiamo le nostre forze
e vanifichiamo l’azione .
Ma il movimento della Jihad in Africa non ha la
stessa struttura ed incisività di quello Mediorientale per molteplici
motivazioni .
In "primis" si muove su un terreno non totalmente Islamico
ma , anzi, con solide basi religiose tribali e cristiane .
Inoltre è frammentato in diversi potentati spesso in
contrasto tra loro .
Consideriamo poi che i legittimi (…) Governi
Africani provano quantomeno ad organizzare azioni di contrasto, certamente non
ben strutturate ed adeguate ma, che sicuramente,
complicano quantomeno la vita alle milizie Jihadiste .
Combattere l’Islamismo estremista in Africa è
fondamentale perché in quel continente è più agevole contrastarlo ed eliminarlo
.
Diverso il discorso in Medioriente .
Purtroppo in quella regione è avvenuta una insana
trasformazione della Jihad che è passata da movimento di elite
culturale/religiosa ad azione di Popolo .
Un Popolo formato dai quei ragazzi provenienti dai
sobborghi più poveri dei loro paesi, che spesso non conoscono i testi sacri a
memoria ma hanno un’idea molto precisa - e molto brutale - della propria
missione jihadista, i quali difficilmente riescono ad accontentarsi di un
processo graduale, fatto di lotta ma anche di progressiva predicazione,
propugnato dai jihadisti di prima generazione.
Sono una generazione cresciuta non all’Ombra delle
Palme ma all’Ombra delle Parabole Satellitari; sono seguaci, contemporaneamente
dell’Islam e di Twitter , con i loro cuori che fremono , si, di ardore religioso
ma anche di quel protagonismo da “Selfie” che, seppur orientato al male, non si
discosta poi molto dal desiderio di essere protagonisti di tanti giovani
occidentali .
Al Qaida – Isis , un nuovo conflitto, insomma, fra due modi di
intendere il salafismo e la jihad all'interno della stessa cultura estremista
che contrappone non solo generazioni ma anche estrazioni sociali diverse, che
tali sono e rimangono , anche in termini di accesso alla cultura e
dimestichezza con le nuove tecnologie.
L’Islam è oggi una una pentola a pressione pronta a
esplodere investendo l’Islam moderato , sempre più confuso e disorientato, e i
cui pericolosi frammenti, sotto forma di terroristi dal passaporto occidentale,
potrebbero giungere fino alle porte dell’Europa e degli Stati Uniti.
Quando, come purtroppo appare evidente , non ci
vivono già.
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