sabato 17 gennaio 2015

Spunti per una lettura critica del problema Islamico - 

                                           Parte 2^




Ritorno brevemente sulla situazione Islamica Internazionale .

Perché è tanto difficile combattere la Jihad del Terrore ??

Perché è una Multinazionale del Terrore che non è mai stata così pericolosa e tanto divisa .
Ed è proprio questa frammentazione e contrapposizione che la rende così difficile da combattere.

La vecchia al Qaida, quella di Bin Laden che faceva i proclami in tenda e con il mitra vicino, è andata da tempo in soffitta, rottamata velocemente come lo sono state le vecchie Cassette in VHS che venivano recapitate ad Al Jazira .
Era solo ieri ma ci sembra 30 anni or sono …
Che Bin Laden fosse pericoloso è innegabile ma non possiamo dimenticarci le sue ultime immagini, con il televisorino vecchio ed i fili pendenti .
Quel televisore era fuori del tempo e così ci è apparso Bin Laden prima di sparire dal palcoscenico .

E non possiamo scordarci come i vecchi proclami degli esponenti di al Qaida fossero sempre ricchi di citazioni del Corano ; questo a ricordarci come coloro che parlavano fossero comunque ispirati e conoscitori dei Sacri contenuti .

In un filmato più della metà del tempo era dedicato alle citazioni religiose e solo alla fine si enunciavano minacce, rivendicazioni e proclami .

Vorrei dire che, mi si perdoni l’ardire, dai filmati traspariva, oltre al terrore e l’odio , anche una cultura religiosa di fondo  che quasi stemperava le minacce .

Oggi è tutta un’altra storia .

L’ISIS non ha tempo e non vuole sprecarne .

Perché minacciare se può prima agire, fare e terrorizzare e ( solo poi …) parlare ??

Al Qaida aveva obbiettivi da colpire, l’ISIS ha il mondo nella sua interezza, Islamici “non allineati” compresi .
I Terroristi di Al Qaida erano, al confronto, una sorta di pericolosissima ma variegata, Armata Brancaleone .
L’ISIS usa il nero in una sola unica sfumatura perché vuole terrorizzarci dandoci  l’idea di una "Marea Nera" che avanza inarrestabile .

Usa le Morti di Massa e le decapitazioni quotidiane come nel medioevo si usavano le Cornamuse :   Terrorizzare il Nemico, assordandolo per renderlo incapace di reagire .

E noi stiamo sbagliando strategia globale di approccio al problema .

I Terroristi nelle nostre città sono metastasi di un unico tumore che si chiama Jihad ma che, almeno per il momento, si è collocato con differente efficacia in due punti differenti del globo    :
In Africa e in Medioriente .
Impegnati su due fronti disperdiamo le nostre forze e vanifichiamo l’azione .
Ma il movimento della Jihad in Africa non ha la stessa struttura ed incisività di quello Mediorientale per molteplici motivazioni .
In "primis" si muove su un terreno non totalmente Islamico ma , anzi, con solide basi religiose tribali e cristiane .
Inoltre è frammentato in diversi potentati spesso in contrasto tra loro .
Consideriamo poi che i legittimi (…) Governi Africani provano quantomeno ad organizzare azioni di contrasto, certamente non ben strutturate ed adeguate  ma, che sicuramente, complicano quantomeno la vita alle milizie Jihadiste .
Combattere l’Islamismo estremista in Africa è fondamentale perché in quel continente è più agevole contrastarlo ed eliminarlo .

Diverso il discorso in Medioriente .
Purtroppo in quella regione è avvenuta una insana trasformazione della Jihad che è passata da movimento di elite culturale/religiosa ad azione di Popolo .
Un Popolo formato dai quei ragazzi provenienti dai sobborghi più poveri dei loro paesi, che spesso non conoscono i testi sacri a memoria ma hanno un’idea molto precisa - e molto brutale - della propria missione jihadista, i quali difficilmente riescono ad accontentarsi di un processo graduale, fatto di lotta ma anche di progressiva predicazione, propugnato dai jihadisti di prima generazione.

Sono una generazione cresciuta non all’Ombra delle Palme ma all’Ombra delle Parabole Satellitari; sono seguaci, contemporaneamente dell’Islam e di Twitter , con i loro cuori che fremono , si,  di ardore religioso ma anche di quel protagonismo da “Selfie” che, seppur orientato al male, non si discosta poi molto dal desiderio di essere protagonisti di tanti giovani occidentali .

Al Qaida – Isis ,  un nuovo conflitto, insomma, fra due modi di intendere il salafismo e la jihad all'interno della stessa cultura estremista che contrappone non solo generazioni ma anche estrazioni sociali diverse, che tali sono e rimangono , anche in termini di accesso alla cultura e dimestichezza con le nuove tecnologie.

L’Islam è oggi una una pentola a pressione pronta a esplodere investendo l’Islam moderato , sempre più confuso e disorientato, e i cui pericolosi frammenti, sotto forma di terroristi dal passaporto occidentale, potrebbero giungere fino alle porte dell’Europa e degli Stati Uniti.

Quando, come purtroppo appare evidente , non ci vivono già.


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