sabato 1 marzo 2014


E' facile, troppo facile, lasciarsi prendere dalla provocazione, o meglio dalla tentazione che, quasi come una provocazione, ti stinge a "rispondere" ai post di Cesare. Lui stesso ha notato che era da tempo che non intervenivo e gli ho risposto che il mio silenzio era voluto.
Gli rispondo anche ora inserendo una riflessione di tutt'altro genere, perchè, se è vero che in questa piazza prendiamo spunti da ciò che vi troviamo e confrontiamoci elaboriamo pensieri nuovi, è altrettanto vero che questa piazza è anche e soprattutto una tribuna libera nella quale chiunque può portare riflessioni e spunti nuovi discostandosi da quelli già inseriti.
A tal proposito eccovi la "prima parte" di una mia riflessione. IL FIORE D'ORO
Sebbene sia alquanto lunghetto, lo interrompo quasi sul nascere aspettando qualche vostro riscontro attraverso i commenti. Se risulterà di vostro interesse, vado avanti ancora per un po' ..altrimenti cambio argomento.


IL FIORE ROSSO

Ricordate la sensazione dolcissima che abbiamo provato quando, davanti al mare, abbiamo chiuso gli occhi per assaporare il piacere della brezza che ci accarezzava il viso e ci scombinava i capelli? O quando sdraiati e rilassati, abbiamo finto di dormire per meglio assaporare il piacere provocato dalla persona amata che ci accarezzava con tocco leggero per non svegliarci, lieve come un soffio, facendoci vibrare la pelle?
Ripetiamolo ancora, chiudiamo gli occhi e lasciamoci accarezzare da queste parole, mentre le pronunciamo sottovoce e lentamente, parola dopo parola, per meglio assaporare il piacere della loro profondità.
Perché sono parole che se lette normalmente volerebbero via, senza neppure sfiorarci, alte sulle nostre teste, perché son parole molto lontane da noi e che vengono da molto lontano.

Senza principio, né fine,
Senza passato, senza futuro,
Un alone di luce circonda il mondo dello spirito.
Ci si dimentica a vicenda, calmi e puri pieni della potenza e del vuoto.

Sono versi di Lu Tzu, tratti da “Il segreto del Fiore d’Oro”

Il Segreto del Fiore d’Oro, detto anche del Grande Uno, trattato attribuito al maestro Lu-Tzu, vissuto fra la fine dell’VIII e il principio del IX secolo d.C., che ha per oggetto procedimenti di alchimia interiore, spirituale, la quale, con particolari tecniche di meditazione e di direzione delle “correnti sottili” dell’organismo, mira alla trasmutazione ed alla integrazione dell’essere umano, alla dischiusura della coscienza sulla trascendenza e sull'originario. Dischiusura simboleggiata appunto dal fiore d’oro. Questi insegnamenti si rifanno non solo al taoismo ma anche alla forma Zen del buddismo. E’ un testo che si propone di insegnare al praticante la via della immortalità dell’anima e del corpo.

La singolarità del pensiero taoista è che l’anima non esiste di per sé. Essa non ci viene data alla nascita, così com'è nel credo ebraico-cristiano, bensì ci viene data come una potenzialità, come la gemma di un fiore, che noi stessi costruiamo dandole forma di bocciolo e infine lasciandola esplodere in un fiore, il Fiore d’Oro, reso possibile attraverso la meditazione, sfruttando come base imprescindibile il corpo materiale. Per giungere a tale risultato, secondo la tradizione taoista, è necessario un lungo lavoro alchemico durante il quale l’anima ed il corpo immortale si elevano misteriosamente all’interno del corpo materiale, attraverso una complessa pratica meditativa.




(continuerà .. se lo volete)
Gaetano Cecere 
1.3.2014




1 commento:

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