Il Male delle "Parole Sbagliate"
Pubblico un articolo del
Corriere della Sera - "Sezione Neuroscienze" sul quale vorrei poi
soffermarmi :
Vita oltre la
morte: i dati
di uno studio su migliaia di persone
di uno studio su migliaia di persone
L’Università di Southampton ha condotto
una ricerca su 2mila pazienti colpiti da arresto cardiaco per indagare il
livello di consapevolezza delle persone clinicamente decedute
di Emanuela Di Pasqua
La
possibilità che la vita si estenda oltre l’ultimo respiro è una materia che è
stata trattata ampiamente, spesso giudicata con aperto scetticismo. Le
esperienze riportate dalle persone così fortunate da poterle raccontare sono
state generalmente spiegate come allucinazioni dovute alla grave condizione
psicofisica. È di questi giorni però la pubblicazione di uno studio
inglese che
comproverebbe il mantenimento di un certo grado di coscienza da parte di
persone in arresto cardiaco.
Esperienze coscienti a cuore fermo
Per
quattro anni i ricercatori della Southampton University hanno esaminato i casi
di 2.060 persone, tutte vittime di arresto cardiaco, in 15 ospedali sparsi tra
la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e l’Austria. Secondo i dati in possesso degli
studiosi inglesi, circa il 40 per cento dei sopravvissuti ha descritto
esperienze coscienti provate mentre il loro cuore aveva smesso di battere. In
cifre, dei 330 scampati alla morte 140 hanno raccontato di essere rimasti
parzialmente coscienti durante la rianimazione.
Uscire dal corpo e guardarsi
Singolare
il caso di un assistente sociale cinquantasettenne di Southampton che ha
raccontato di avere lasciato il proprio corpo e di avere assistito alle
procedure di rianimazione dello staff medico da un angolo della stanza nella
quale era ricoverato. L’uomo, benché il suo cuore si fosse fermato per tre
minuti, ha raccontato nei dettagli le azioni dei medici e degli infermieri e ha
ricordato anche i suoni delle apparecchiature mediche. Il particolare che ha
attirato l’attenzione dei ricercatori è stato che l’uomo ricordava i beep emessi
da un particolare apparecchio, programmato per emettere segnali sonori ogni tre
minuti. «Quell’uomo ha descritto tutto quello che è avvenuto in quella stanza -
ha dichiarato Sam Parnia, direttore della ricerca -, ma la cosa più importante
è che si è ricordato di aver udito due beep. Questo ci permette di comprendere quanto
è durata la sua esperienza».
Senso di pace e luce abbagliante
Le
altre testimonianze tendono a essere piuttosto uniformi nel loro contenuto. Un
paziente su cinque ha sperimentato un inusuale senso di pace e circa un terzo
dei 330 sopravvissuti ha assistito a un rallentamento o a una accelerazione del
tempo. Alcuni hanno rammentato una forte luce simile a un flash o a un sole
splendente, mentre altri hanno raccontato di una sensazione di paura di
affogare e venire trascinati in acque profonde. Infine, il 13 per cento di
coloro che sono stati rianimati ha ricordato delle esperienze extracorporee e
un aumento delle percezioni sensoriali.
Ai confini della morte
Sam Parnia è uno specialista in anestesia e
rianimazione, attualmente primario del reparto di Terapia intensiva e direttore
del dipartimento di ricerca sulla Rianimazione presso la Scuola di Medicina
della Stony Brook University di New York. È considerato uno dei massimi esperti
mondiali nel campo della morte, del rapporto mente-cervello e delle esperienze
ai confini della morte. Dal 2008 Parnia fa parte del progetto AWARE, uno studio
internazionale promosso da Human Consciousness Project al quale hanno aderito
venticinque ospedali tra Europa e Nord America. Lo scopo del progetto è quello
di verificare se le percezioni riportate da pazienti che hanno superato un
arresto cardiaco possono essere provate.
L'articolo è terminato,
bello lungo e apparentemente dettagliato , ma ......
a mio parere , errato
nell'assunto .
Le persone in arresto
cardiaco, sono clinicamente morte ??
L'arresto
cardiaco è una situazione clinica caratterizzata dall'inefficacia o
assenza dell'attività cardiaca. L'arresto
cardiaco è una condizione di morte clinica reversibile che,
se non adeguatamente trattata, è destinata ad evolvere in morte biologica irreversibile
a causa della ipoossigenazione cerebrale.
Quindi se il processo è
reversibile quelle persone erano, ma non la avevano ancora varcata, nella zona
di confine tra la Vita e La Morte . In una zona di confine nella quale era per
loro possibile ancora vedere "il di qua" ed "il di la" .
Non erano ancora
Morte, perché il varco non si era ancora chiuso definitivamente
dietro di loro .
La Morte, per essere
pienamente tale, deve essere certa ed irreversibile o, altrimenti, non è tale .
Quindi, “Articolo bello,
chiaro ma, purtroppo, scritto con le parole sbagliate” .
Continuo precisando che :
L'articolo è sbagliato se si seguono le
premesse del titolo, ma continuare a sperare è comunque lecito e bello .
:-)
CdG

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