lunedì 13 ottobre 2014

Meglio farsene una ragione, ebola arriva in Europa

(no psicosi, please)


Sì, lo so, io sono vecchio e ho le paure dei vecchi che ne hanno visto di cotte e di crude.
Non tanto Vecchio ma Vecchio abbastanza per ricordare il presunto (presuntissimo) colera a Napoli nel 1973.
Ci furono quattro casi e anche di quelli dubito.

Ma ricordo alla perfezione l’isteria di massa, la fila per le vaccinazioni che erano pura fiction perché l’infezione non c’era in realtà o era confinata ai pochissimi casi sbarcati al porto.

Ricordo anche qualche casa assaltata nei quartieri popolari, come in una psicosi da untore, nelle quali si sospettava “il caso”.

Allora c’era la radio, la televisione in bianco e nero e solo due canali RAI  e  di certo quella notizia fu una grande operazione politica, un corto circuito delle coscienze, che fece “girare” completamente la politica nella città, scardinando vecchie egemonie.

Fu una piccola rivoluzione sulla pelle della città.

Ma oggi pensiamoci bene , le “epidemie”, quando entrano nell’informazione, scatenano la catastrofe del consenso.

Ma è vero anche il contrario : l’antiallarmismo distratto su ebola è – come l’allarmismo che indulge e solletica gli spettatori – una brutta cosa.

L’infermiera spagnola contagiata è stata una delle poche persone in Europa a entrare in contatto con un morto di ebola, eppure quando si è presentata in ospedale dicendo di avere sintomi (aveva la febbre) le sono state date due aspirine.

Era in vacanza e continuava a chiedere ai dottori se per caso non avesse contratto il virus, ma è andata a sostenere le prove per un concorso pubblico assieme ad altre ventimila persone. Girava con la mascherina, sospettando il peggio, “penso di avere ebola” diceva, ma è stata ignorata.

Una volta l’hanno messa in sala d’aspetto assieme agli altri. Cinque giorni dopo avere superato la soglia fatidica dei 38,6 gradi di febbre – che annuncia ebola – è stata ricoverata.


La psicosi è peggio della malattia, ma pure i raptus di scemenza collettiva mica scherzano.

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