Non c’è niente da fare .
Si ripete, puntualmente, ogni
anno con la legge di stabilità (un tempo chiamata “Finanziaria”): un unico
articolo con centinaia di commi che neanche i professionisti e gli esperti del
settore hanno la pazienza di leggere per intero. E così si riesce puntualmente
a far filtrare nuove tasse, vincoli, benefici e prerogative .
In poche parole , la morale della
favola è ogni volta uguale: se la coperta è, ormai, sempre la stessa, quando si
va a coprire una parte, si lascia scoperta un’altra.
Aumento
delle tasse sul TFR e sulle pensioni
Il TFR in busta paga oppure alla
fine del lavoro?
Comunque la mettete, c’è la
fregatura.
Infatti, il governo – come ormai
tutti sanno – ha deciso di lasciare al lavoratore la scelta se prendere il TFR
ogni mese (pari al 7,41% della retribuzione), con la busta paga, oppure
attendere, come in passato, la fine del contratto di lavoro.
Bene: nel primo caso, il TFR
verrà tassato con l’aliquota IRPEF ordinaria, come tutti gli altri redditi e,
quindi, in modo superiore all'aliquota agevolata prevista per il TFR
tradizionale. Chi è della filosofia “meglio pochi, maledetti e subito” dovrà,
pertanto, dare di più allo Stato.
Non solo. Se il lavoratore
preferirà, invece, accantonare il TFR fuori dall'azienda, nei fondi pensione
(con quella che è chiamata “previdenza complementare”), sarà penalizzato
ugualmente. La tassazione, infatti, con la legge finanziaria aumenta anche per
i fondi pensione, passando dall’11,5% al 20%.
Insomma, in
entrambi i casi, lo Stato ci guadagnerà comunque.
Occhio se aumenta
il vostro ISEE perché diminuiscono i benefici assistenziali
La scelta di percepire immediatamente
il TFR in busta paga farà aumentare anche il vostro ISEE;potrebbero quindi
scattare i limiti per tutta una serie di benefici assistenziali di cui, in
precedenza, si era goduto. Per esempio, chi prima aveva ottenuto l’iscrizione
gratuita all’asilo, qualora volesse ottenere ogni mese la liquidazione, dovrà
ora pagare i servizi resi dalle pubbliche amministrazioni.
Se vuoi
risparmiare e prevenire i rischi del futuro sarai tassato di più
La legge di stabilità introduce
una nuova imposta che prima non esisteva sulle polizze vita (abbiamo approfondito
l’argomento in “Polizze vita: aumentano le tasse”). In pratica, dal 2015, se
tutto verrà confermato, qualora l’assicurato dovesse morire, gli eredi che
vorranno percepire il risarcimento da parte dell’assicurazione saranno tenuti a
pagare un’imposta del 26% sulle plusvalenza delle polizze Vita (prima non era
prevista alcuna tassazione). Un’aliquota, peraltro,
particolarmente elevata.
Tassazione
maggiore per chi guadagna di meno
Si chiama “regime dei minimi” ed
è un regime fiscale agevolato (con una imposta sui redditi inferiore rispetto a
quella ordinaria), applicato a professionisti, lavoratori autonomi e titolari
di partita IVA i cui guadagni non superano una predeterminata soglia. Ebbene,
se prima la tassazione dei minimi era fissata al 5%, dal 2015 l’aliquota
forfettaria passa al 15%.
L’argomento sta suscitando
particolare attenzione nel vasto popolo delle partite IVA ……
I
professionisti pagheranno più tasse
Il nuovo regime dei minimi, di
cui abbiamo parlato al punto precedente, comporterà un grosso svantaggio per i
professionisti rispetto alle altre categorie lavorative. Per i primi, infatti,
il tetto soglia oltre il quale si è esclusi dal regime agevolato passa dagli
attuali 30mila euro a 15mila euro. Detto in soldoni, se prima un libero
professionista che guadagnava 20mila euro l’anno poteva limitarsi a pagare
l’Irpef nella misura forfettaria del 5%, dal prossimo anno pagherà il 15%. Una
differenza mica male se si tiene conto dell’attuale crisi del mercato delle
libere professioni.
La Morale ???
La vittoria del PD alle Europee mi ha tolto il respiro ed il cuore mi esplodeva nel petto . Inizialmente pensavo che fosse gioia, invece (fortunatamente) era solo un infarto ....

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