mercoledì 22 ottobre 2014













Non c’è niente da fare .


Si ripete, puntualmente, ogni anno con la legge di stabilità (un tempo chiamata “Finanziaria”): un unico articolo con centinaia di commi che neanche i professionisti e gli esperti del settore hanno la pazienza di leggere per intero. E così si riesce puntualmente a far filtrare nuove tasse, vincoli, benefici e prerogative .

In poche parole , la morale della favola è ogni volta uguale: se la coperta è, ormai, sempre la stessa, quando si va a coprire una parte, si lascia scoperta un’altra.

Aumento delle tasse sul TFR e sulle pensioni  


Il TFR in busta paga oppure alla fine del lavoro?

Comunque la mettete, c’è la fregatura.  

Infatti, il governo – come ormai tutti sanno – ha deciso di lasciare al lavoratore la scelta se prendere il TFR ogni mese (pari al 7,41% della retribuzione), con la busta paga, oppure attendere, come in passato, la fine del contratto di lavoro.

Bene: nel primo caso, il TFR verrà tassato con l’aliquota IRPEF ordinaria, come tutti gli altri redditi e, quindi, in modo superiore all'aliquota agevolata prevista per il TFR tradizionale. Chi è della filosofia “meglio pochi, maledetti e subito” dovrà, pertanto, dare di più allo Stato.  

               Non solo. Se il lavoratore preferirà, invece, accantonare il TFR fuori dall'azienda, nei fondi pensione (con quella che è chiamata “previdenza complementare”), sarà penalizzato ugualmente. La tassazione, infatti, con la legge finanziaria aumenta anche per i fondi pensione, passando dall’11,5% al 20%.

Insomma, in entrambi i casi, lo Stato ci guadagnerà comunque.


Occhio se aumenta il vostro ISEE perché diminuiscono i benefici assistenziali  

          La scelta di percepire immediatamente il TFR in busta paga farà aumentare anche il vostro ISEE;potrebbero quindi scattare i limiti per tutta una serie di benefici assistenziali di cui, in precedenza, si era goduto. Per esempio, chi prima aveva ottenuto l’iscrizione gratuita all’asilo, qualora volesse ottenere ogni mese la liquidazione, dovrà ora pagare i servizi resi dalle pubbliche amministrazioni.


Se vuoi risparmiare e prevenire i rischi del futuro sarai tassato di più  



La legge di stabilità introduce una nuova imposta che prima non esisteva sulle polizze vita (abbiamo approfondito l’argomento in “Polizze vita: aumentano le tasse”). In pratica, dal 2015, se tutto verrà confermato, qualora l’assicurato dovesse morire, gli eredi che vorranno percepire il risarcimento da parte dell’assicurazione saranno tenuti a pagare un’imposta del 26% sulle plusvalenza delle polizze Vita (prima non era prevista alcuna tassazione). Un’aliquota, peraltro, particolarmente elevata.


Tassazione maggiore per chi guadagna di meno

Si chiama “regime dei minimi” ed è un regime fiscale agevolato (con una imposta sui redditi inferiore rispetto a quella ordinaria), applicato a professionisti, lavoratori autonomi e titolari di partita IVA i cui guadagni non superano una predeterminata soglia. Ebbene, se prima la tassazione dei minimi era fissata al 5%, dal 2015 l’aliquota forfettaria passa al 15%.
L’argomento sta suscitando particolare attenzione nel vasto popolo delle partite IVA ……



I professionisti pagheranno più tasse


Il nuovo regime dei minimi, di cui abbiamo parlato al punto precedente, comporterà un grosso svantaggio per i professionisti rispetto alle altre categorie lavorative. Per i primi, infatti, il tetto soglia oltre il quale si è esclusi dal regime agevolato passa dagli attuali 30mila euro a 15mila euro. Detto in soldoni, se prima un libero professionista che guadagnava 20mila euro l’anno poteva limitarsi a pagare l’Irpef nella misura forfettaria del 5%, dal prossimo anno pagherà il 15%. Una differenza mica male se si tiene conto dell’attuale crisi del mercato delle libere professioni.


La Morale ???  

La vittoria del PD alle Europee mi ha tolto il respiro ed il cuore mi esplodeva nel petto . Inizialmente pensavo che fosse gioia, invece (fortunatamente) era solo un infarto ....


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