Ma davvero il mio tempo è stato migliore?
Invecchiando,
la natura umana spinge le persone ad avere nostalgia dei tempi della propria
giovinezza, e a riconoscere, in quelli che si sta vivendo, evidenti segni di
degrado morale, di “Notte della Ragione” .
È
probabilmente naturale che sia così: la società umana non è ne un monolite ne
una “Gerusalemme Celeste” , ma una realtà in continua evoluzione, come,
d’altronde, lo è la stessa nostra natura che, con il trascorrere degli anni,
tende a irrigidirsi, non solo nelle articolazioni ( ahiii la mia artrosi alle
mani…) , ma anche e purtroppo nei pensieri e nei sentimenti.
Personalmente, ne ho preso coscienza
intorno ai cinquant’anni, nel corso delle mie invero scarsissime occasioni di
vita mondana. Non ricordo incontro a cui
partecipassi in cui non si levasse il coro delle lamentele riguardo alle
giovani generazioni:
…….
Noi alla loro età... ma loro invece...
……..Ti
rendi conto che?...
……
e via dicendo, in un turbine di supposte carenze e demenzialità, accompagnate
da sospiri di delusa amarezza.
Ma davvero il mio tempo è stato migliore?
Davvero,
mi chiedo, il tempo della mia adolescenza e della mia giovinezza era così
splendido? Davvero eravamo così eccezionali e brillanti?
Certo,
probabilmente leggevamo più libri, vedevamo più film impegnati — chi può
dimenticare la noia pressoché assoluta dei cineforum degli anni 70/80 ?
Certo
, nel ’69 ci interrogavamo forse di più sulla nostra responsabilità nei
riguardi del mondo e dei della società .
Nella mia generazione — quella
cresciuta nei primi anni Sessanta del secolo scorso — c’era sicuramente molto
idealismo e molta ribellione nei confronti di quelle che ci avevano preceduto;
eravamo convinti che il mondo che avremmo costruito sarebbe stato decisamente
migliore di quello che avevamo alle spalle (illusioni !!!) .
Ma,
accanto all’idealismo, c’era anche molta ideologia , se non di destra o di sinistra, ideologia utopica certamente si , e sparsa a
piene mani su una intera generazione .
È difficile pensare oggi alla violenza
di quei tempi. La via della liberazione sociale doveva passare attraverso la
distruzione dello “status quo” ,
considerato retaggio della società
borghese, e l’uso e abuso di slogan
politici .
Il
fanatismo terrorista ha letteralmente avvelenato la mia generazione, il resto lo ha fatto la
diffusione a macchia d’olio della droghe e della corruzione politica .
Queste realtà sono state un po’ troppo facilmente
rimosse dai miei coetanei nostalgici di quell’età dell’oro.
Le
stragi, le bombe, i morti di mafia e di malavita , i feriti, le vite spente
dietro le sbarre, quelle finite in un gabinetto, con una siringa conficcata nel
braccio, sono sbiadite dalla memoria di molti, forse troppi .
Ma
io non posso dimenticare e negare ; debbo onestà ai miei figli ed ai miei
nipoti .
I
tempi della mia adolescenza e gioventù non erano certamente migliori di questi, erano
soltanto terribili e sofferti in modo diverso.
Nelle
nostre giornate vi era la stessa disperazione ma almeno un briciolo di speranza
.
Posto
che l’adolescenza è, da che mondo è mondo, l’età dell’inquietudine e della
ribellione, credo che la mia generazione sia stata la prima in cui la
ribellione sia diventata fenomeno di massa.
C’era un’incredibile rabbia, un
inesausto furore dentro di noi, che si riversava come un fiume in piena contro
gli altri o contro noi stessi. Dalla nostra rabbia non è certamente scaturito
l’universo meraviglioso che sognavamo, ma questo mondo cupo, ingiusto e
corrotto , livellato e livellante,
precario
ed instabile, più povero eppure più ricco per contrasto .
Un
mondo capace soltanto di spingere le nuove generazioni verso una diversa forma
di disperazione.
Oggi
non esiste neanche più il Sistema contro
cui ribellarsi, non c’è più l’oppressione di una famiglia da combattere.
Il
grande nemico è ……” il Grande Niente” .
Un “Niente” crudele eppure confortevole, dalle sembianze falsamente
amichevoli, un “Niente” che afferma di volere il tuo bene, senza neanche provare a sapere cos’è veramente “il bene” per te .
Non
mi è dato di sapere con certezza se l’epidemia di suicidi/omicidi è frutto transitorio
della crisi economica o molto più di un campanello di allarme.
Non
sono soltanto gli atti violenti contro la persona a denunciare questa crisi, ma
anche un generale imbarbarimento dei costumi quotidiani.
Apriamo
gli occhi sulla nostra città ; spingiamo lo sguardo oltre la siepe ……
Il
mondo è dei forti, dei furbi, dei più adatti; dalla scuola, al mondo del lavoro,
alla strada, le leggi dominanti sembrano essere quelle del bullismo, del
mobbing, delle aggressioni. Guai ai deboli, ai sensibili, ai diversi di ogni
specie! La legge del branco non ammette deroghe. O ti sottometti al più forte e
stai nella sua ombra, o non hai scampo — in un modo o nell’altro prima o poi
riusciranno a cancellarti dal loro orizzonte.
La cortesia, la gentilezza, il sorriso,
l’attenzione benevola che, per sua natura, l’essere umano è sempre stato in
grado di offrire ai suoi simili, sono stati spazzati via in un paio di
generazioni, lasciando al loro posto “Il Grande Niente” !!
Ma davvero il mio tempo è stato migliore?
CdG


E' stato migliore perchè c'era speranza !!! Ora Tu ,amico mio , hai una visione più chiara di lassù !!!
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