giovedì 8 maggio 2014






Ma davvero il mio  tempo è stato migliore?

Invecchiando, la natura umana spinge le persone ad avere nostalgia dei tempi della propria giovinezza, e a riconoscere, in quelli che si sta vivendo, evidenti segni di degrado morale, di “Notte della Ragione” .
È probabilmente naturale che sia così: la società umana non è ne un monolite ne una “Gerusalemme Celeste” , ma una realtà in continua evoluzione, come, d’altronde, lo è la stessa nostra natura che, con il trascorrere degli anni, tende a irrigidirsi, non solo nelle articolazioni ( ahiii la mia artrosi alle mani…) , ma anche e purtroppo nei pensieri e nei sentimenti.
       Personalmente, ne ho preso coscienza intorno ai cinquant’anni, nel corso delle mie invero scarsissime occasioni di vita mondana. Non ricordo  incontro a cui partecipassi in cui non si levasse il coro delle lamentele riguardo alle giovani generazioni:
……. Noi alla loro età... ma loro invece...
……..Ti rendi conto che?...
…… e via dicendo, in un turbine di supposte carenze e demenzialità, accompagnate da sospiri di delusa amarezza.

Ma davvero il mio  tempo è stato migliore?

Davvero, mi chiedo, il tempo della mia adolescenza e della mia giovinezza era così splendido? Davvero eravamo così eccezionali e brillanti?
Certo, probabilmente leggevamo più libri, vedevamo più film impegnati — chi può dimenticare la noia pressoché assoluta dei cineforum degli anni 70/80 ?
Certo , nel ’69 ci interrogavamo forse di più sulla nostra responsabilità nei riguardi del mondo e dei della società .

         Nella mia generazione — quella cresciuta nei primi anni Sessanta del secolo scorso — c’era sicuramente molto idealismo e molta ribellione nei confronti di quelle che ci avevano preceduto; eravamo convinti che il mondo che avremmo costruito sarebbe stato decisamente migliore di quello che avevamo alle spalle (illusioni !!!) .
Ma, accanto all’idealismo, c’era anche molta ideologia , se non  di destra o di sinistra,  ideologia utopica certamente si , e sparsa a piene mani su una intera generazione .
         È difficile pensare oggi alla violenza di quei tempi. La via della liberazione sociale doveva passare attraverso la distruzione dello “status quo”  , considerato  retaggio della società borghese,  e l’uso e abuso di slogan politici .

Il fanatismo terrorista ha letteralmente avvelenato  la mia generazione, il resto lo ha fatto la diffusione a macchia d’olio della droghe e della corruzione politica .

  Queste  realtà sono state un po’ troppo facilmente rimosse dai miei coetanei nostalgici di quell’età dell’oro.
Le stragi, le bombe, i morti di mafia e di malavita , i feriti, le vite spente dietro le sbarre, quelle finite in un gabinetto, con una siringa conficcata nel braccio, sono sbiadite dalla memoria di molti, forse troppi .
Ma io non posso dimenticare e negare ; debbo onestà ai miei figli ed ai miei nipoti .
I tempi della mia adolescenza e gioventù  non erano certamente migliori di questi, erano soltanto terribili e sofferti in modo diverso.

Nelle nostre giornate vi era la stessa disperazione ma almeno un briciolo di speranza .

Posto che l’adolescenza è, da che mondo è mondo, l’età dell’inquietudine e della ribellione, credo che la mia generazione sia stata la prima in cui la ribellione sia diventata fenomeno di massa.

       C’era un’incredibile rabbia, un inesausto furore dentro di noi, che si riversava come un fiume in piena contro gli altri o contro noi stessi. Dalla nostra rabbia non è certamente scaturito l’universo meraviglioso che sognavamo, ma questo mondo cupo, ingiusto e corrotto , livellato e livellante,
precario ed instabile, più povero eppure più ricco per contrasto .
Un mondo capace soltanto di spingere le nuove generazioni verso una diversa forma di disperazione.
Oggi non esiste neanche  più il Sistema contro cui ribellarsi, non c’è più l’oppressione di una famiglia da combattere.
Il grande nemico è ……” il Grande Niente” .

      Un “Niente” crudele eppure  confortevole, dalle sembianze falsamente amichevoli, un “Niente” che afferma di volere il tuo bene, senza  neanche provare a sapere  cos’è veramente  “il bene”  per te .
Non mi è dato di sapere con certezza se l’epidemia di suicidi/omicidi è frutto transitorio della crisi economica o molto più di un campanello di allarme.
Non sono soltanto gli atti violenti contro la persona a denunciare questa crisi, ma anche un generale imbarbarimento dei costumi quotidiani.

Apriamo gli occhi sulla nostra città ; spingiamo lo sguardo oltre la siepe ……

Il mondo è dei forti, dei furbi, dei più adatti; dalla scuola, al mondo del lavoro, alla strada, le leggi dominanti sembrano essere quelle del bullismo, del mobbing, delle aggressioni. Guai ai deboli, ai sensibili, ai diversi di ogni specie! La legge del branco non ammette deroghe. O ti sottometti al più forte e stai nella sua ombra, o non hai scampo — in un modo o nell’altro prima o poi riusciranno a cancellarti dal loro orizzonte.
 La cortesia, la gentilezza, il sorriso, l’attenzione benevola che, per sua natura, l’essere umano è sempre stato in grado di offrire ai suoi simili, sono stati spazzati via in un paio di generazioni, lasciando al loro posto “Il Grande Niente” !!

Ma davvero il mio  tempo è stato migliore?


CdG


1 commento:

  1. E' stato migliore perchè c'era speranza !!! Ora Tu ,amico mio , hai una visione più chiara di lassù !!!

    RispondiElimina

Ogni giorno  la Chiesa celebra la S. Eucaristia ; La  offre a  Dio  in sacrificio di lode, la dona in cibo ai  fedeli, la  conser...