EURO , uno nessuno o centomila ??
Premetto che l'Euro non gode le mie simpatie , ma da questo a decretarne la morte ce ne corre.
Tantissimi personaggi del bestiario politico odierno danno all'Euro la colpa di tutto, dalla crisi monetaria a quella sociale, dalla fila al casello autostradale e quella allo sportello della Posta .
Sull'uscita dall'Euro basano adirittura le fondamenta per vincere la prossima campagna elettorale identificando in questa "antipatica" moneta una crisi che invece è nata e cresciuta (pasciuta ?) al riparo di oltre sessant'anni di malgoverno .
A braccio cito soltanto un paio di semplici motivi che mi inducono a ritenere semplicemente impossibile il ritorno alla "Liretta" di italica memoria .
DEBITO PUBBLICO
Attualmente, il debito pubblico italiano è completamente denominato in euro. Cosa accadrebbe se il nostro paese abbandonasse la moneta unica? C'è chi dice che l'Italia, essendo uno stato sovrano, avrà la piena facoltà di convertire l'intero debito in una nuova divisa svalutata (lex monetae). Bisogna calcolare, però, quali sarebbero le ripercussioni a livello internazionale di questa decisione, visto che gran parte del nostro debito è detenuto da stranieri, che certo non digerirebbero volentieri una decisione di questo tipo.
Inoltre, un interrogativo è d'obbligo:
cosa accadrebbe invece ai debiti in euro, contratti dalle banche italiane e dalle imprese private sui mercati internazionali? Nel caso adottassimo una moneta svalutata, c'è il rischio concreto che molte aziende già indebitate si trovino a dover affrontare oneri ancora maggiori.
RISPARMI, SALARI E CAPITALI
Nell'ipotesi di un abbandono della moneta unica, bisognerebbe mettere in atto misure efficaci per evitare una fuga dal nostro paese dei capitali finanziari, che oggi sono molto più mobili rispetto a venti anni fa. Non appena avranno il sentore del ritorno a una lira svalutata, molti investitori italiani saranno infatti spinti ad acquistare attività finanziarie denominate in valuta estera (Euro ..?) , per preservare o aumentare il valore della propria ricchezza.
Per arginare la fuga dei capitali, la Banca d'Italia (se riacquistasse le leve della politica monetaria) potrebbe ovviamente solo alzare i tassi d'interesse (nel 1992, ai tempi dell'ultima svalutazione della lira, il costo del denaro tocco' un massimo del 15%).
Un aumento dei tassi avrebbe però effetti negativi sul costo del debito pubblico e privato con ulteriori oneri per lo stato da fronteggiare con nuove tasse e per i cittadini (indebitati anche loro) con .... forse preghiere ai tanti Santi che sono in circolazione ??
Giova ricordare che oggi il Tesoro italiano, per pagare gli interessi sul debito, spende solo il 5% del pil, contro il 12,3% del 1993. Inoltre, se vi fosse un aumento dei tassi, anche il costo dei mutui salirebbe sensibilmente: nel 1997, chi si indebitava per comprar casa pagava in media una quota di interessi di oltre il 10% sul capitale preso a prestito, contro il 3,7% di oggi.

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