giovedì 8 maggio 2014

Per dire…COLORE
Se è rosso fermati, se è giallo stai attento, se è verde vai! Sto naturalmente parlando delle luci del semaforo, i cui colori significano esattamente ciò per cui vengono utilizzati. Il rosso ci comunica un pericolo, il verde che non c’è nulla da temere e il giallo che bisogna fare attenzione. I colori sono da sempre impiegati come messaggeri muti e per questo compresi con le stesse modalità in tutto il mondo. Se sulla caldaia di casa vediamo una spia rossa, sappiamo che qualcosa non va e chiamiamo l’assistenza, il numero verde, guarda caso. Diverso se in casa vediamo una spia russa! In quel caso meglio chiamare il berretto verde.
Battute a parte, il simbolismo del colore è cosa antica. Il dio Marte, dio della guerra, veniva dipinto di rosso e sempre il rosso viene associato alla malvagità (vedi il diavolo) o all’irrequietezza, come fa Giovanni Verga in una sua novella: Rosso Malpelo.
I colori fanno parte della nostra vita; sia nel senso di un gusto cromatico personale, sia nel linguaggio che usiamo. Vi lascio un mio divertissement, cioè colori usati in senso figurato.
C’era una volta una fanciulla molto povera, chiamata Verdina. Lei infatti era sempre al verde. La sua era una vita grigia e ogni volta che tornava a casa, era solita esclamare: ”Che giornata nera!”. Aveva un fratello che pescava pesce azzurro e una sorella scrittrice di libri gialli. Verdina era invece la pecora nera della famiglia e ne combinava di tutti i colori. L’unica cosa in cui era davvero brava, era occuparsi delle sue piantine, che crescevano sane e forti; sentiva che questa sua passione le avrebbe portato tempi più rosei. Un giorno il principe azzurro passò nei pressi della casa di Verdina e, notando le sue bellissime rose, esclamò: “Quali mani gentili hanno curato questi fiori?” “Le mie!” disse Verdina, rossa dalla vergogna.
“Avete un talento d’oro!” fece, entusiasta, il principe. “Come vi chiamate?” “Verdina” disse sorridendo la fanciulla. “Sposatemi e potrete abbellire con le vostre piantine tutto il regno”.

Si sposarono il giorno dopo e Verdina non fu più chiamata così perché era povera, ma per la sua grande qualità: il pollice verde!

AM


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