lunedì 6 aprile 2015



Ho espresso più volte la mia simpatia per entrambe le squadre della Capitale


Simpatia che diventa tifo per una delle due solo in occasione dei Derby ma che, per il resto del Campionato, accompagna le gesta calcistiche di entrambe .
Tale abitudine è il risultato dell'educazione familiare acquisita nel corso della mia infanzia quando, a domeniche alterne, accompagnavo i miei congiunti allo stadio Olimpico per tifare Roma e allo stadio Flaminio per tifare Lazio .
Ogni domenica cambiava il colore della sciarpetta, del cappellino e della bandiera ma mai il calore e l'amore per la mia Città : Roma .
Il Caffè Borghetti era sempre presente , così come il Gelato o la Bibita ma la costante era anche l'amore della propria squadra vista sia dalla Curva Sud che dalla Curva Nord.
Ero un bambino,  allora,  cresciuto all'affetto per la mia Città e tale sono rimasto da adulto e poi da anziano .
Oggi vedo tanti che Tifano Lazio e odiano la Roma e Roma ed altrettanti della Roma che odiano la Lazio e Roma .
L'amore per la propria è diventato fine a se stesso; non si tifa più "Per ..." ma solo "Contro ..." .

Tutti contro Roma - Città . 
Ed è la Città a perderci comunque .

Rimasi sgomento per la Morte di Vincenzo Paparelli, tifoso Laziale colpito da un Razzo durante un Derby , rimasi basito di fronte alla morte di Antonio De Falchi, il ragazzo di 18 anni ucciso a San Siro dai tifosi avversari per la sola colpa di avere "L'accento Romanesco" ; era appena sceso dal tram per andare a vedere una partita, lo abbracciò la morte .

Impariamo dai nostri simboli, l'Aquila fa suo il Cielo, la Lupa conquista il terreno, entrambe lottano (sportivamente) talvolta l'una contro l'altra ma sempre contro gli altri .

Ma l'Aquila e la Lupa si rispettano e temono comunque , una signora del Cielo e l'altra della Terra della nostra comune Città , Roma .

Vorrei che i tifosi imparassero da loro .

Concludo con un ricordo di due gran bravi calciatori venutici a mancare ed accomunati da un triste destino .


    TUTTE LE TRAGEDIE DEL NOSTRO CALCIO

Ecco un elenco temporale di avvenimenti violenti avvenuti negli stadi italiani dagli Anni 60 a oggi:

- 1963 - 28 aprileGiuseppe Plaitano, 48enne tifoso della Salernitana, è il primo morto da stadio in seguito a scontri tra polizia e tifosi. Allo stadio Vestuti si disputa un incontro decisivo ai fini della promozione in serie B tra la Salernitana e il Potenza. Per un rigore non dato ai granata, i tifosi invadono il campo. La guerriglia coinvolge le due tifoserie e la polizia. Un poliziotto spara in aria: per una tragica fatalità il colpo raggiunge la tribuna, dove è seduto Plaitano.
Il caso verrà archiviato.

- 1973 - 2 dicembre. In occasione di Roma-Napoli, un giovane tifoso azzurro, Alfredo Della Corte, viene ferito da un colpo di pistola alla faccia.

- 1979 - 28 ottobreVincenzo Paparelli, tifoso laziale, quando manca un'ora all'inizio del derby Roma-Lazio, viene colpito a un occhio da un razzo sparato dalla Curva Sud, tradizionale sede dei sostenitori romanisti. Il razzo, sparato da un ragazzo di appena 18 anni, attraversa tutto lo stadio e finisce la sua tragica corsa sul volto del povero Paparelli, causandogli lesioni gravissime. Per l'uomo, trasportato immediatamente in ospedale, non c'è nulla da fare.

Il suo assassino era G. F., anni diciotto. Pittore edile disoccupato con una grande passione per la Roma. Dopo aver appreso dell’omicidio si dà alla latitanza. Fugge su e giù per l’Italia, varca il confine con la Svizzera. Dopo quattordici mesi si costituisce. Verrà condannato dalla Cassazione a sei anni e dieci mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. E’ il 1987. Qualche anno più tardi morirà anch’egli, consumato per un brutto male. Durante il periodo di latitanza aveva chiamato quasi ogni giorno Angelo Paparelli, fratello dello sfortunato Vincenzo, per scusarsi e giurare che il 28 ottobre non voleva uccidere nessuno.



1984 - 8 febbraioTriestina-Udinese, partita di Coppa Italia. Alla fine del match scoppiano gravi incidenti che obbligano le forze dell'ordine ad intervenire. Nel corso degli scontri il tifoso triestino Stefano Furlanmuore in seguito a delle gravi lesioni cerebrali, causate molto probabilmente dalle percosse infertegli dalla polizia. Da allora la curva dei tifosi triestini è intitolata proprio a Stefano Furlan.

Nel novembre 1985, la Corte di Assise di Trieste condannò un agente, ritenuto responsabile delle manganellate, a un anno di reclusione (con i benefici).
 

1984 - 30 settembre. Al termine della partita Milan-CremoneseMarco Fonghessi, un giovane tifoso rossonero, viene accoltellato a morte da un altro tifoso milanista. Assurda la dinamica dell'episodio: la targa della sua auto attira l'attenzione di un gruppo di tifosi meneghini, che circondano la vettura e con un coltello tagliano le gomme. Fonghessi reagisce e viene raggiunto da una coltellata, sferrata da un giovane di appena 18 anni. Trasportato in ospedale muore dopo poche ore.
1988 - 9 ottobre. Allo stadio Del Duca di Ascoli, al termine della partita con l'InterNazzareno Filippini, tifoso bianconero di 32 anni, resta gravemente ferito nel corso di una violenta rissa scoppiata tra le opposte tifoserie. Vengono arrestati quattro esponenti della curva nerazzurra.

1989 - 4 giugno. Prima di Milan-Roma muore Antonio De Falchi, tifoso giallorosso di 18 anni. De Falchi raggiunge lo stadio con tre amici; una ventina di ultras milanesi tentano di aggredirli e durante la fuga De Falchi viene stroncato da un arresto cardiaco.

Dei tre tifosi milanisti processati, solo uno venne arrestato e poi condannato a 7 anni di reclusione.

1989 - 18 giugno. Penultima giornata di campionato tra Fiorentina e Bologna, altra tragedia. Il treno coi tifosi emiliani diretti in Toscana subisce un agguato da parte degli ultras fiorentini. Alla fitta sassaiola segue il lancio di una bottiglia molotov che esplode all'interno di un vagone e provoca il ferimento di due tifosi toscani, uno dei quali è Ivan Dall'Oglio, appena quattordicenne. Non ci scappa il morto, ma Dall'Oglio rimane irrimediabilmente sfigurato al volto.
1993 - 10 gennaio. A Bergamo, al termine di Atalanta-Roma, muore, colto da infarto, il 42enne Celestino Colombi, coinvolto nelle cariche della polizia mentre si trovava casualmente nei pressi dello stadio.
1994 - 30 gennaioSalvatore Moschella, 22 anni, muore gettandosi dal treno su cui viaggia dopo essere stato aggredito con alcuni tifosi del Messina di ritorno dalla trasferta di Ragusa. I siciliani prima lo picchiano e poi continuano a infastidirlo. Moschella, nel cercare una via di fuga, si getta dal finestrino, mentre il treno rallenta in prossimità della stazione di Acireale. Cinque le persone arrestate, delle quali due minorenni.

1995 - 29 gennaio. Prima della partita Genoa-Milan viene accoltellato a morte un giovane tifoso rossoblù, Vincenzo Spagnolo. L'omicida è un ragazzo di appena 18 anni, Simone Barbaglia, che all'epoca frequentava solo da qualche mese la curva del Milan. Sarà condannato a 15 anni di carcere.

Simone Barbaglia, condannato a 15 anni. Barbaglia sarebbe dovuto uscire nel 2010, ma grazie all'indulto è già fuori

1998 - 1 febbraio. Nel dopopartita di Treviso-Cagliari muore il tifoso veneto Fabio Di Maio, 32 anni, per un arresto cardiaco in seguito all'intervento della polizia per sedare un accenno di rissa tra le opposte tifoserie. Allo stesso Di Maio è stata poi intitolata la curva degli ultras trevigiani.
1999 - 24 maggio. La mattina seguente la partita tra il Piacenza e la Salernitana, sfida decisiva per la permanenza in serie A, il treno speciale che riporta a casa gli oltre 3 mila tifosi campani, proprio in prossimità della stazione di Salerno, prende fuoco in una galleria. Nel rogo, appiccato dagli stessi tifosi, perdono la vita quattro giovani supporter granata.

2001 - 17 giugno. A Messina si disputa l'acceso derby con il Catania, decisivo per la promozione in serie B. Tra le due tifoserie prima della partita si verifica un reciproco lancio di oggetti. Dal settore degli ospiti viene lanciata una bomba-carta che esplode in mezzo ai tifosi della Curva Nord e ferisce Antonino Currò, 24 anni, il quale finisce in coma e dopo pochi giorni muore. A seguito delle indagini viene arrestato un tifoso minorenne di Catania.

Antonio Currò era deceduto dopo 15 giorni di coma a seguito delle ferite riportate alla testa per l'esplosione di una bomba carta durante il derby Catania-Messina del 17 giugno del 2001. La polizia ritenne di individuare in un diciassettenne tifoso etneo l'autore del lancio dell'ordigno mortale. A smontare la tesi dell'accusa furono i filmati in possesso della magistratura dai quali emerse che il lancio compiuto dall'ultrà etneo sugli spalti dello stadio erano avvenuti in tempi non compatibili. Inoltre l'indagato non aveva alcun oggetto esplodente. 
 

2003 - 20 settembre. Finisce in tragedia il derby Avellino-Napoli. Muore Sergio Ercolano, ventenne tifoso partenopeo, precipitato nel vuoto durante gli scontri tra tifosi e polizia.
2004 - 21 marzo. Scontri tra tifosi e polizia fuori dall'Olimpico dopo Roma-Lazio. La partita viene interrotta per una voce, poi smentita, della morte di un bambino investito da una macchina delle forze dell'ordine.
2007 - 27 gennaioErmanno Licursi, un dirigente della Sammartinese (terza categoria), muore a Luzzi, nel cosentino, a seguito dei colpi ricevuti mentre cerca di sedare una rissa in campo nella partita con la Cancellese. Il dirigente si accascia rientrando negli spogliatoi.
2007 - 2 febbraio. Muore l'ispettore capo della polizia Filippo Raciti, colpito durante gli scontri con i tifosi del Catania durante e dopo il derby siciliano con il Palermo.
2007 - 11 novembre. Gabriele Sandri, il tifoso laziale rimasto ucciso, in un'area di servizio sull'A1 ad Arezzo, da un colpo di pistola esploso da un agente di polizia dall'altra parte della carreggiata.
2008 - 30 marzo. Matteo Bagnaresi,  28 anni, Muore un tifoso del Parma investito da un pullman di juventini nell'area di servizio Crocetta vicino ad Asti, sulla Torino-Piacenza. Le due tifoserie erano dirette all'Olimpico per assistere a Juve-Parma. L'autista, per evitare lo scontro tra le due tifoserie, sarebbe ripartito rapidamente non accorgendosi del ragazzo.






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